venerdì 1 dicembre 2023

I Mutanti

Nel corso dei 17 anni dalla nascita ufficiale, fecondato da troppi donatori, il Pd è diventato una specie mutante, lentamente. La frettolosa, forse imposta, segretaria, con 3 cittadinanze collidenti con il vecchio partito, poco attraente i (pochi) nuovi iscritti, ha frantumato il pasticcio democomunista di Prodi. Le due correnti interne capeggiate (per dire) da Bonaccini e la Schlein, sono agli antipodi della convivenza. Occorre un congresso che, per paura, nessuno chiede. L'antagonismo radical, poco chic, ma armocromatico, finisce con la punta del ditino. Non riesce a collegarsi e farsi capire dalla componente operaia, volata verso altri lidi. Sono rimasti i tanti, troppi garantiti. La magistratura è la componente numericamente debole ma più forte per ovvie ragioni, mai riformate. Aspettano l'avviso alla Premier per liquidazione coniugale frettolosa. La mutazione genetica e populista del Pd di Schlein, questo è il tema che perfino il blog più vicino alla segretaria per volere grillino, inizia una condivisibile autocritica. Sembra iniziata la caccia al volto nuovo, tipo Littizzetto, senza scomodare Landini, il tour operator degli scioperi come gita. La sinistra radicale o massimalista, può soddisfare qualche circolo come quello della Fiera riminese, condotto, per mano, dall'insuperabile Cagnoni. Il gruppo (?) raccolto intorno a Elly Schlein incarna i caratteri di una sinistra che una volta rappresentava qualche gruppuscolo, finito pericolosamente ai confini, ma perdonato. La corrente riformista, in attesa da una vita, rimane, non sapendo dove andare, Tutto sommato le poltrone da occupare sono ancora tante, sempre meglio del niente prossimo. Bella la chiusura di Linkiesta: il ritrovato mito della piazza, nello smarrimento della vocazione di governo. E' finita la tregua, riprende la mattanza
lugaresi massimo