Scopo principale delle seguenti osservazioni è di offrire spunti per
seguire ragionamenti “super partes”, per meglio valutare in serenità e senza
condizionamenti la situazione attuale e il progetto esposto, tenendo presente
l'obiettivo da raggiungere in funzione dei costi di realizzazione e gestione che
la soluzione proposta impone e dei benefici che produrrà.
Questi ragionamenti possono essere fondamentali per gli Amministratori
Pubblici, perché in ogni caso i Consiglieri Comunali attuali saranno
“complici”, nel bene e nel male, anche delle scelte dei loro predecessori, e
non poter riflettere liberamente sui temi importanti della città potrebbe esporli
a responsabilità individuali inequivocabili.
Il problema sostanziale della mobilità di Rimini è costituito dalle
barriere del porto canale e dalla linea ferroviaria che rendono difficili i
collegamenti mare-monte o monte-mare. Il TRC, nella versione originaria, si pone l’obiettivo di creare un
collegamento rapido “di costa”, quindi nella direzione lungo il mare e non
“mare-monte”, a fronte d’investimenti importanti lungo la direttrice sulla
quale sono già attivi il servizio ferroviario e la linea 11 del Filobus,
direttrice che, tutto sommato, non ha mostrato le deficienze maggiori, se non
in particolari ore di pochi giorni nei mesi di Luglio ed Agosto. I gravi problemi creati dall’inquinamento e le difficoltà di
circolazione nelle vie cittadine impongono a un’oculata amministrazione la
predisposizione di un piano della mobilità che deve interessare tutto il
territorio per favorire il trasporto
pubblico rispetto al mezzo privato per tutti i giorni dell’anno. Per
raggiungere tale finalità un nuovo servizio pubblico deve avere la maggior
soddisfazione e fruibilità possibile da parte della cittadinanza, che si
ottiene solo se sono collegati i maggiori “centri d’interesse” della città e le
sedi di lavoro più frequentate, il tutto realizzato garantendo il massimo della sicurezza pubblica. Rimini si sta espandendo oltre la statale Flaminia e i suoi maggiori
“punti d’interesse pubblico” e sedi di lavoro di Rimini, oltre all’aeroporto,
sono situati fra la Statale Flaminia e la cosiddetta “nuova Via Roma”: il
Centro Commerciale “Le Befane”, il “Leon Battista Alberti”, il Tribunale, la
Caserma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, l’Ospedale Infermi, il Centro
Studi che richiama oltre 6.000 persone (fra studenti, insegnanti e personale),
la Caserma Giulio Cesare, la nuova Questura, lo Stadio Romeo Neri e il nuovo
Palazzo dei Congressi. Il TRC sarà collocato adiacente alla linea ferroviaria Rimini-Ancona,
lato monte, per collegare la stazione FS di Rimini con quella di Riccione per svolgere
quindi un servizio “a stantuffo”, esattamente come il servizio della linea 11
del Filobus. Mediamente il TRC si troverà distante circa un chilometro da quanto
elencato, non è previsto che percorra Viale Principe Amedeo e Marina Centro,
sarà lontano dagli alberghi dei Viali Vespucci, Regina Elena, Regina Margherita.
Per ovviare a tali disagi sembra che il filobus sarà mantenuto fino a
Bellariva, aumentando inevitabilmente i costi di gestione per maggiori autisti
e mezzi in servizio. In breve, il progetto: Dalla
Stazione F.S. di Rimini alla Stazione F.S. di Riccione, una linea filoviaria su
gomma costituita da circa 10 Km di strada asfaltata protetta, di cui circa 6 Km
in “corsia unica”, posta adiacente - lato monte - alla linea ferroviaria
Rimini-Ancona, ad una distanza di circa 4,5 metri dalla rotaia più vicina ed a
ridosso delle abitazioni esistenti a confine con la ferrovia. In alcuni casi il
TRC passerà a meno di un metro di distanza dai muri delle abitazioni.
Nella consapevolezza che un investimento di oltre 100 milioni di Euro dovrebbe
offrire benefici per tutta la cittadinanza, non sembra comodo utilizzare il TRC
per gli abitanti delle seguenti frazioni del Comune di Rimini e per tutti
coloro che, per prendere il TRC, dovranno usare mezzi propri o altri mezzi
pubblici:
San Giuliano Mare, Borgo San Giuliano, Centro Studi, Borgo XX
Settembre, Villaggio Nuovo, Villaggio del Sole, Borgo Mazzini, Ina Casa,
Padulli, Spadarolo, Vergiano, San Lorenzo Monte, San Martino in Venti, Corpolò,
Santa Cristina, Rivabella, Viserba, Viserbella, Torre Pedrera, Celle, Santa
Giustina, Borgo Nuovo, San Martino in Riparotta, V° Peep Ausa, San Fortunato,
Grotta Rossa, Sant’Aquilina, Gaiofana, Villaggio 1° Maggio, Santa Maria in
Cerreto, Ponte Rotto, San Salvatore, Casalecchio, San Lorenzo in Correggiano e
San Martino Monte l’abate. Anche la Provincia di Rimini è un partner del TRC. Nella Provincia di Rimini, non sembra conveniente utilizzare il TRC per
gli abitanti dei seguenti Comuni:
Coriano, Gemmano, Mondaino, Monte Colombo, Montefiore Conca,
Montegridolfo, Montescudo, Morciano di Romagna, Poggio Berni, Saludecio, San
Clemente, San Giovanni in Marignano, Santarcangelo di Romagna, Torriana e
Verucchio. A questi si aggiungono i
Comuni dell’alta Val Marecchia, ex Provincia di Pesaro-Urbino.
Quando si verificano congressi come il “Rinnovamento nello Spirito”, “Il
Meeting”, o anche altre manifestazioni fieristiche, è necessario disporre di un
sistema di trasporto di massa in grado di trasferire velocemente le molte
migliaia di persone che, a fine giornata, uscendo dai padiglioni quasi
contemporaneamente od al massimo nel giro di un’ora, vorrebbero velocemente
raggiungere gli alberghi della riviera, da Rimini a Riccione. Idem per il
percorso inverso, le classiche “ore di punta”.
Il TRC non potrebbe svolgere questo servizio, perché per trasportare
molte migliaia di persone, con il mezzo previsto per il TRC, che al massimo ne
contiene circa 160, servirebbero moltissime corse e mezzi. A mio parere, questo semplice
ragionamento da solo dimostra che il TRC, alla Fiera di Rimini, non può
svolgere il compito di “trasporto di massa”. Dal Piano Strategico si rileva che è prevista la pedonalizzazione della
fascia mare. Quando ciò sarà realizzato, l’attuale linea 11 - che svolge un servizio
“porta a porta” vitale per gli alberghi della riviera - ne trarrà notevoli
benefici poiché, con traffico limitato o addirittura senza le auto private, il
collegamento con Riccione risulterà molto più conveniente e comodo rispetto al
TRC. Migliorare la Linea 11, ad esempio mediante corsie preferenziali ecc., potrebbe
consentire il risparmio di ingenti capitali pubblici. La linea ferroviaria adriatica Rimini-Ancona-Bari attualmente non è
servita dall’Alta Velocità. Tale situazione penalizza fortemente tutte le regioni adriatiche in
termini di sviluppo, in tutti i settori economici. A parere, non sarà possibile
rimandare per molto tempo la realizzazione dell’Alta Velocità anche sulla
dorsale adriatica, se effettivamente si vuole modernizzare il paese e se si
vuole creare una linea alternativa alla Bologna-Firenze-Napoli. L’impossibilità
di utilizzo di tale linea paralizzerebbe l’Italia con gravi disservizi nel
collegamento Nord-Sud. Ne consegue però che è impensabile realizzare una linea di Alta
Velocità rasente gli alberghi esistenti da Rimini a Riccione e oltre, e quindi,
per alcuni tratti, sarà necessario arretrare l’attuale sedime ferroviario, come
già previsto nel progetto di Corridoio Adriatico. Di conseguenza, non sembra conveniente realizzare ora un TRC in un’area che in prossimo futuro sarà vitale per i
collegamenti delle nostre città costiere. Dopo la Stazione F.S. di Rimini, il percorso del TRC prevede
l’attraversamento “a raso” dei binari ferroviari provenienti dall’area Officine
Grandi Riparazioni, incrocio che innegabilmente crea problemi di sicurezza per
il sistema TRC. In merito, sembra sia allo studio una specie di “passaggio a
livello” automatico per l’entrata o l’uscita delle locomotive dalle O. G. R. È
strano che il CIPE, nell’approvare il progetto, non abbia più fatto
prescrizioni a questa situazione di pericolo che un simile incrocio genera.
Infatti, nelle prescrizioni di carattere tecnico allegate alla delibera CIPE n.
93 del 2006 (allegata alla presente) tale situazione non è più menzionata,
mentre prescrizioni sullo stesso problema erano state avanzate nella delibera
CIPE n. 84 del 2004 (allegata alla presente).
Viene spontanea una domanda: “Perché il CIPE non si è più accorto di
tale situazione di pericolo?” Al momento non risulta che le O.G.R. siano state chiuse o spostate.
Per la sicurezza del TRC il problema rimane. Partendo i lavori del TRC, i Riminesi conoscono il destino delle Officine
Grandi Riparazioni? Il percorso della Metropolitana in diversi tratti sarà adiacente alle
civili abitazioni, in corsia unica protetta senza passaggi laterali e con
barriere fonoassorbenti per mitigare il rumore.
Per lunghi tratti del progetto, dove non vi sono strade adiacenti, non
vi è possibilità di passaggio per i mezzi di soccorso, Ambulanze e Vigili del
Fuoco ecc., che, se necessario, non potrebbero intervenire con tempestività per
mancanza di spazio e le barriere fonoassorbenti sarebbero un ulteriore ostacolo. Dalle tavole in sezione del progetto, si evidenzia che non vi è alcuna
possibilità di raggiungere la sede della Metropolitana dalla linea ferroviaria
perché giustamente è prevista una netta separazione. Inoltre, non vi è la
possibilità di effettuare percorsi alternativi nel caso che la via attrezzata
non sia utilizzabile (come in caso di presenza di veicoli in avaria).
Per opportuna conoscenza si elencano le richieste del Comitato “Rimini Città Unita” nel tentativo
di conoscere il parere della cittadinanza:
1)
Prima uscita pubblica del TRC, al Quartiere n.
2, Aula Magna Liceo Einstein, 20
dicembre 1996.
2)
In data 2 marzo 1998 nella Sala Consiliare del
Comune, il Sindaco Giuseppe Chicchi, convocati i Consigli dei Quartieri 1 - 2 -
3 che avevano avanzato richiesta di Consultazione Popolare (art. 41 dello
statuto comunale) - sollecitata dal Comitato “Rimini Città Unita” - aveva
testualmente ribadito: “La Consultazione Popolare non si può fare perché il
Regolamento attuativo non è stato redatto!”. Il Regolamento per la
Consultazione popolare è stato approvato il 3 settembre 1998.
3)
Il Comitato, in data 21 ottobre 1998, aveva
avanzato richiesta di Referendum Consultivo al Sindaco Chicchi, negato
anch’esso, come da verbale in data 20 novembre 1998.
4)
Il 31 luglio 1999, è stata nuovamente richiesta
la Consultazione Popolare al nuovo Sindaco, Dott. Alberto Ravaioli. In
risposta: “La giunta comunale non ha ritenuto di attivare il Consiglio
Comunale”.
Walter Moretti Rimini Città Unita