lunedì 8 agosto 2011

Analisi del Trc


Scopo principale delle seguenti osservazioni è di offrire spunti per seguire ragionamenti “super partes”, per meglio valutare in serenità e senza condizionamenti la situazione attuale e il progetto esposto, tenendo presente l'obiettivo da raggiungere in funzione dei costi di realizzazione e gestione che la soluzione proposta impone e dei benefici che produrrà.
Questi ragionamenti possono essere fondamentali per gli Amministratori Pubblici, perché in ogni caso i Consiglieri Comunali attuali saranno “complici”, nel bene e nel male, anche delle scelte dei loro predecessori, e non poter riflettere liberamente sui temi importanti della città potrebbe esporli a responsabilità individuali inequivocabili.
Il problema sostanziale della mobilità di Rimini è costituito dalle barriere del porto canale e dalla linea ferroviaria che rendono difficili i collegamenti mare-monte o monte-mare. Il TRC, nella versione originaria, si pone l’obiettivo di creare un collegamento rapido “di costa”, quindi nella direzione lungo il mare e non “mare-monte”, a fronte d’investimenti importanti lungo la direttrice sulla quale sono già attivi il servizio ferroviario e la linea 11 del Filobus, direttrice che, tutto sommato, non ha mostrato le deficienze maggiori, se non in particolari ore di pochi giorni nei mesi di Luglio ed Agosto. I gravi problemi creati dall’inquinamento e le difficoltà di circolazione nelle vie cittadine impongono a un’oculata amministrazione la predisposizione di un piano della mobilità che deve interessare tutto il territorio per favorire il trasporto pubblico rispetto al mezzo privato per tutti i giorni dell’anno. Per raggiungere tale finalità un nuovo servizio pubblico deve avere la maggior soddisfazione e fruibilità possibile da parte della cittadinanza, che si ottiene solo se sono collegati i maggiori “centri d’interesse” della città e le sedi di lavoro più frequentate, il tutto realizzato garantendo il massimo della sicurezza pubblica. Rimini si sta espandendo oltre la statale Flaminia e i suoi maggiori “punti d’interesse pubblico” e sedi di lavoro di Rimini, oltre all’aeroporto, sono situati fra la Statale Flaminia e la cosiddetta “nuova Via Roma”: il Centro Commerciale “Le Befane”, il “Leon Battista Alberti”, il Tribunale, la Caserma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, l’Ospedale Infermi, il Centro Studi che richiama oltre 6.000 persone (fra studenti, insegnanti e personale), la Caserma Giulio Cesare, la nuova Questura, lo Stadio Romeo Neri e il nuovo Palazzo dei Congressi. Il TRC sarà collocato adiacente alla linea ferroviaria Rimini-Ancona, lato monte, per collegare la stazione FS di Rimini con quella di Riccione per svolgere quindi un servizio “a stantuffo”, esattamente come il servizio della linea 11 del Filobus. Mediamente il TRC si troverà distante circa un chilometro da quanto elencato, non è previsto che percorra Viale Principe Amedeo e Marina Centro, sarà lontano dagli alberghi dei Viali Vespucci, Regina Elena, Regina Margherita. Per ovviare a tali disagi sembra che il filobus sarà mantenuto fino a Bellariva, aumentando inevitabilmente i costi di gestione per maggiori autisti e mezzi in servizio. In breve, il progetto: Dalla Stazione F.S. di Rimini alla Stazione F.S. di Riccione, una linea filoviaria su gomma costituita da circa 10 Km di strada asfaltata protetta, di cui circa 6 Km in “corsia unica”, posta adiacente - lato monte - alla linea ferroviaria Rimini-Ancona, ad una distanza di circa 4,5 metri dalla rotaia più vicina ed a ridosso delle abitazioni esistenti a confine con la ferrovia. In alcuni casi il TRC passerà a meno di un metro di distanza dai muri delle abitazioni.
Nella consapevolezza che un investimento di oltre 100 milioni di Euro dovrebbe offrire benefici per tutta la cittadinanza, non sembra comodo utilizzare il TRC per gli abitanti delle seguenti frazioni del Comune di Rimini e per tutti coloro che, per prendere il TRC, dovranno usare mezzi propri o altri mezzi pubblici:
San Giuliano Mare, Borgo San Giuliano, Centro Studi, Borgo XX Settembre, Villaggio Nuovo, Villaggio del Sole, Borgo Mazzini, Ina Casa, Padulli, Spadarolo, Vergiano, San Lorenzo Monte, San Martino in Venti, Corpolò, Santa Cristina, Rivabella, Viserba, Viserbella, Torre Pedrera, Celle, Santa Giustina, Borgo Nuovo, San Martino in Riparotta, V° Peep Ausa, San Fortunato, Grotta Rossa, Sant’Aquilina, Gaiofana, Villaggio 1° Maggio, Santa Maria in Cerreto, Ponte Rotto, San Salvatore, Casalecchio, San Lorenzo in Correggiano e San Martino Monte l’abate. Anche la Provincia di Rimini è un partner del TRC. Nella Provincia di Rimini, non sembra conveniente utilizzare il TRC per gli abitanti dei seguenti Comuni:
Coriano, Gemmano, Mondaino, Monte Colombo, Montefiore Conca, Montegridolfo, Montescudo, Morciano di Romagna, Poggio Berni, Saludecio, San Clemente, San Giovanni in Marignano, Santarcangelo di Romagna, Torriana e Verucchio.  A questi si aggiungono i Comuni dell’alta Val Marecchia, ex Provincia di Pesaro-Urbino.
 Il TRC, per 5 chilometri e 791 metri sarà a corsia unica, proprio perché inserito in zona fortemente edificata dove non è possibile, escludendo la fermata Pascoli, creare gli ampi parcheggi. Il TRC prevede anche il collegamento con la nuova Fiera.
Quando si verificano congressi come il “Rinnovamento nello Spirito”, “Il Meeting”, o anche altre manifestazioni fieristiche, è necessario disporre di un sistema di trasporto di massa in grado di trasferire velocemente le molte migliaia di persone che, a fine giornata, uscendo dai padiglioni quasi contemporaneamente od al massimo nel giro di un’ora, vorrebbero velocemente raggiungere gli alberghi della riviera, da Rimini a Riccione. Idem per il percorso inverso, le classiche “ore di punta”.
Il TRC non potrebbe svolgere questo servizio, perché per trasportare molte migliaia di persone, con il mezzo previsto per il TRC, che al massimo ne contiene circa 160, servirebbero moltissime corse e mezzi. A mio parere, questo semplice ragionamento da solo dimostra che il TRC, alla Fiera di Rimini, non può svolgere il compito di “trasporto di massa”. Dal Piano Strategico si rileva che è prevista la pedonalizzazione della fascia mare. Quando ciò sarà realizzato, l’attuale linea 11 - che svolge un servizio “porta a porta” vitale per gli alberghi della riviera - ne trarrà notevoli benefici poiché, con traffico limitato o addirittura senza le auto private, il collegamento con Riccione risulterà molto più conveniente e comodo rispetto al TRC. Migliorare la Linea 11, ad esempio mediante corsie preferenziali ecc., potrebbe consentire il risparmio di ingenti capitali pubblici. La linea ferroviaria adriatica Rimini-Ancona-Bari attualmente non è servita dall’Alta Velocità. Tale situazione penalizza fortemente tutte le regioni adriatiche in termini di sviluppo, in tutti i settori economici. A parere, non sarà possibile rimandare per molto tempo la realizzazione dell’Alta Velocità anche sulla dorsale adriatica, se effettivamente si vuole modernizzare il paese e se si vuole creare una linea alternativa alla Bologna-Firenze-Napoli. L’impossibilità di utilizzo di tale linea paralizzerebbe l’Italia con gravi disservizi nel collegamento Nord-Sud. Ne consegue però che è impensabile realizzare una linea di Alta Velocità rasente gli alberghi esistenti da Rimini a Riccione e oltre, e quindi, per alcuni tratti, sarà necessario arretrare l’attuale sedime ferroviario, come già previsto nel progetto di Corridoio Adriatico. Di conseguenza, non sembra conveniente realizzare ora un TRC in un’area che in prossimo futuro sarà vitale per i collegamenti delle nostre città costiere. Dopo la Stazione F.S. di Rimini, il percorso del TRC prevede l’attraversamento “a raso” dei binari ferroviari provenienti dall’area Officine Grandi Riparazioni, incrocio che innegabilmente crea problemi di sicurezza per il sistema TRC. In merito, sembra sia allo studio una specie di “passaggio a livello” automatico per l’entrata o l’uscita delle locomotive dalle O. G. R. È strano che il CIPE, nell’approvare il progetto, non abbia più fatto prescrizioni a questa situazione di pericolo che un simile incrocio genera. Infatti, nelle prescrizioni di carattere tecnico allegate alla delibera CIPE n. 93 del 2006 (allegata alla presente) tale situazione non è più menzionata, mentre prescrizioni sullo stesso problema erano state avanzate nella delibera CIPE n. 84 del 2004 (allegata alla presente).
Viene spontanea una domanda: “Perché il CIPE non si è più accorto di tale situazione di pericolo?” Al momento non risulta che le O.G.R. siano state chiuse o spostate.
Per la sicurezza del TRC il problema rimane. Partendo i lavori del TRC, i Riminesi conoscono il destino delle Officine Grandi Riparazioni? Il percorso della Metropolitana in diversi tratti sarà adiacente alle civili abitazioni, in corsia unica protetta senza passaggi laterali e con barriere fonoassorbenti per mitigare il rumore.
Per lunghi tratti del progetto, dove non vi sono strade adiacenti, non vi è possibilità di passaggio per i mezzi di soccorso, Ambulanze e Vigili del Fuoco ecc., che, se necessario, non potrebbero intervenire con tempestività per mancanza di spazio e le barriere fonoassorbenti sarebbero un ulteriore ostacolo. Dalle tavole in sezione del progetto, si evidenzia che non vi è alcuna possibilità di raggiungere la sede della Metropolitana dalla linea ferroviaria perché giustamente è prevista una netta separazione. Inoltre, non vi è la possibilità di effettuare percorsi alternativi nel caso che la via attrezzata non sia utilizzabile (come in caso di presenza di veicoli in avaria).
 Ne consegue che, con la realizzazione del TRC dove previsto, potrebbe essere posta a rischio la “sicurezza pubblica” non solo dei passeggeri della Ferrovia e del TRC ma anche dei numerosi residenti della zona. Notevole poi l’impatto ambientale cui sarà sottoposta l’intera zona, basti pensare all’aumento delle ulteriori vibrazioni e del nuovo rumore che verrà generato più vicino, e in molti casi in adiacenza alle costruzioni esistenti. Dal progetto definitivo, allegato alla delibera n. 10 del 17.5.1996, si rileva che il “Progetto di massima” è stato redatto nel giugno 1992 e proposto al finanziamento ex lege 211/1992. Successivamente è stato modificato per giungere alla versione attuale risalente al 2005. ll progetto TRC è considerato obsoleto perché è stato pensato nel 1992 e non si ritiene conveniente realizzare nel 2011 un’opera che, per ristrettezze di spazio, è costretta a viaggiare in “corsia unica” per circa 6 chilometri, fatto questo che potrebbe inficiare pesantemente la sua funzionalità e sicurezza. In merito alle molte proposte di modifiche al TRC che da più parti sono lanciate sembra che, per la maggior parte dei politici e dei cittadini, il progetto TRC non sia ritenuto la soluzione per la mobilità fra Rimini e Riccione e sembra che le modifiche richieste derivino da analisi tendenti a denunciare tutte le deficienze intrinseche del progetto, oltre al fatto che molte proposte di modifica denunciano una grave mancanza di conoscenza del progetto e degli atti deliberati a corredo. 
Per opportuna conoscenza si elencano le richieste del Comitato “Rimini Città Unita” nel tentativo di conoscere il parere della cittadinanza: 
1)     Prima uscita pubblica del TRC, al Quartiere n. 2,  Aula Magna Liceo Einstein, 20 dicembre 1996.
2)     In data 2 marzo 1998 nella Sala Consiliare del Comune, il Sindaco Giuseppe Chicchi, convocati i Consigli dei Quartieri 1 - 2 - 3 che avevano avanzato richiesta di Consultazione Popolare (art. 41 dello statuto comunale) - sollecitata dal Comitato “Rimini Città Unita” - aveva testualmente ribadito: “La Consultazione Popolare non si può fare perché il Regolamento attuativo non è stato redatto!”. Il Regolamento per la Consultazione popolare è stato approvato il 3 settembre 1998.
3)     Il Comitato, in data 21 ottobre 1998, aveva avanzato richiesta di Referendum Consultivo al Sindaco Chicchi, negato anch’esso, come da verbale in data 20 novembre 1998.
4)     Il 31 luglio 1999, è stata nuovamente richiesta la Consultazione Popolare al nuovo Sindaco, Dott. Alberto Ravaioli. In risposta: “La giunta comunale non ha ritenuto di attivare il Consiglio Comunale”.

Walter Moretti Rimini Città Unita