sabato 27 agosto 2011

Enigma Rosa II Parte

Incuriosito dai grandi guadagni ho fatto qualche conto. Prendendo quale base di calcolo una cinquantina di stabilimenti ubicati alla destra del porto canale, da marina centro a Miramare, ho costatato che ne esistono di diverse capacità: si va da quelle piccole con poco più di 100 ombrelloni a quelle grandi fino e oltre i 200.

Per i conteggi ho utilizzato le tariffe della stagione 1996 (di solo uno/due punti percentuali superiori a quelle del 1995) ed il calcolo è stato effettuato sulla base del costo di un ombrellone con due lettini (tralasciando per semplicità l’affitto di lettini fuori ombrellone e dei lettini oltre i due).

Il costo giornaliero, considerata la media dei prezzi, sia riguardo all’ubicazione (prima, seconda terza fila ecc.), sia per quanto riguarda i periodi (7, 15 e 30 giorni), è risultato di circa 14.000 lire.

Partendo dal costo giornaliero moltiplicato per i giorni della stagione, ho trovato l’incasso lordo di un singolo ombrellone: circa 1.500.000 lire.

Da tanto si evince che una zona con 100 ombrelloni incasserà circa 150 milioni, una con 150 circa 225.000.000, una con 200 circa 300.000.000 e una con 250 circa 375.000.000.

A questo punto occorre quantificare le spese che sostengono gli operatori. La prima che dobbiamo considerare è il canone della concessione demaniale per l’utilizzo della spiaggia. Ebbene non sono riuscito a trovare niente di preciso in proposito (omertà, omertà, omertà, quando chiedevo qualcosa dovevo farlo con circospezione per non insospettire il mio interlocutore. Altro che mafia siciliana, questi hanno l’osso e non vogliono mollarlo). Soggetti bene informati parlano di circa 8 milioni per una zona con 100 ombrelloni e 12/15 milioni per le più grandi. Oltre al canone ci sono ovviamente tutte le altre spese ordinarie (manutenzione, abbellimenti vari, ammortamento beni mobili, personale (quasi sempre ragazzini sottopagati), imposte, tasse (guarda caso tariffe agevolatissime per la tassa sulla raccolta dei rifiuti solidi urbani), ecc.. In totale, mediamente, le spese sostenute da ogni operatore si possono valutare intorno ai 30/40 milioni per le zone piccole, 60/70 milioni per quelle medio-grandi.

A questo punto posso confermare che i guadagni, tanto decantati in occasione degli approcci d’acquisto dai mediatori, non si discostano molto dalla realtà: in 100 gg di stagione, senza controlli e senza problematiche varie, i bagnini possono vantare guadagni da 100 a 300 milioni netti.

Proprio così, qualche migliaio di metri quadri di spiaggia ottenuta in concessione per pochi quattrini dallo stato (e che allo Stato non danno nulla in termini d’imposta) permettono guadagni da favola.

Tutto è chiaro e lapalissiano, la matematica non è un’opinione, al contrario però la diventa per gli organi preposti ai controlli e agli accertamenti. Infatti, rovistando tra le denuncie dei redditi degli operatori di spiaggia (dalla lettura delle pubblicazioni dei redditi dei riminesi da parte dei quotidiani locali e direttamente presso l’ufficio comunale) si evince che quanto è dichiarato si avvicina, nel 95% dei casi, al reddito di un metalmeccanico, e cioè raramente tale reddito risulta al di sopra dei 15 milioni.

Senz’altro c’è del marcio. Le cooperative dei bagnini strappano canoni da fame. Hanno una forza incredibile, appoggi politici inimmaginabili, vere e proprie lobby. Nonostante siano sotto gli occhi di tutti gli enormi guadagni, sono accettate dichiarazioni che denunciano redditi bassissimi, e non solo: sono riusciti persino ad ottenere l’esenzione dell’emissione della ricevuta fiscale. Lo Stato ha tolto l’obbligo della ricevuta fiscale ad una categoria di lavoratori autonomi che omette all’erario incassi per 100/250 milioni annui procapite in soli 100 giorni di lavoro.

E’ paradossale e vergognoso, inoltre, riscuotere 8/12 milioni annui per concessioni che sul mercato hanno un valore vicino e oltre il miliardo.

Eppoi gli atti di vendita. Non vi è atto che riporti cifre reali. Viene sempre dichiarato un 15/20 % della spesa: una zona pagata un miliardo (1.000.000.000) viene denunciata al massimo 150 milioni).

Cambieranno le cose? Ai posteri l’ardua sentenza.

capetamilla 96