venerdì 26 agosto 2011

Enigma Rosa I Parte

Quattordici chilometri e settecento metri di spiaggia. A tanto ammonta la lunghezza del litorale riminese. Quattordici chilometri e settecento metri di spiaggia che durante la stagione estiva brulica di turisti. Nelle riprese televisive dall’alto, effettuate con l’elicottero, si ha l’impressione di vedere un formicaio gigante, con uomini e donne che, come milioni di formiche, si muovono a destra e a manca senza soluzione di continuità. Migliaia e migliaia di turisti che sfruttano ogni centimetro quadrato di spiaggia. Ombrelloni e lettini occupati. Fiumi di denaro che scorrono. Tutto come un orologio svizzero, preciso e organizzato. Senza ombra di dubbio la più proficua attività turistica del litorale riminese tanto che durante l’inverno, visto quanto “lavora”, tutti sono alla ricerca di una zona da acquistare (licenza e concessione, essendo, il bagnasciuga e la spiaggia prospiciente, beni del demanio necessario).Una zona che si rispetti, una volta messa in vendita, rimane sul mercato pochissimo tempo. Il compratore c’è sempre. Gli stabilimenti balneari sono considerati come veri e propri assegni circolari. Il loro valore di mercato è altissimo. Un miliardo, un miliardo e trecento milioni, un miliardo e seicento milioni, due miliardi. Non stiamo parlando del costo di una villa sulla Costa Smeralda, magnifica e rinomata località al nord della Sardegna e nemmeno di un attico a Portofino, ma di uno stabilimento balneare, in concessione, del riminese. A Rimini chi desidera intraprendere la professione di “bagnino” e s’informa sul costo di una zona, scopre che i capitali necessari per acquistarla sono proprio quelli sopra menzionati.Ho cercato di acquistare uno stabilimento balneare, affidandomi ad un’agenzia immobiliare. Ebbene ogni qualvolta il mediatore di turno mi chiamava per offrirmi una zona, il ritornello era il seguente: “è un affare, in 4 anni te la paghi”, oppure “questa zona ti garantisce un guadagno di 200/300 milioni annui”. Incuriosito dai grandi guadagni ho fatto qualche conto. Prendendo quale base di calcolo una cinquantina di stabilimenti ubicati alla destra del porto canale, da Marina Centro a Miramare, ho costatato che ne esistono di diverse capacità: si va da quelle piccole con poco più di 100 ombrelloni a quelle grandi fino e oltre i 200. Per i conteggi ho utilizzato le tariffe della stagione 1996 (di solo uno/due punti percentuali superiori a quelle del 1995) ed il calcolo è stato effettuato sulla base del costo di un ombrellone con due lettini (tralasciando per semplicità l’affitto di lettini fuori ombrellone e dei lettini oltre i due). Il costo giornaliero, considerata la media dei prezzi, sia riguardo all’ubicazione (prima, seconda terza fila ecc.), sia per quanto riguarda i periodi (7, 15 e 30 giorni), è risultato di circa 14.000 lire.Partendo dal costo giornaliero moltiplicato per i giorni della stagione, ho trovato l’incasso lordo di un singolo ombrellone: circa 1.500.000 lire. Da tanto si evince che una zona con 100 ombrelloni incasserà circa 150 milioni, una con 150 circa 225.000.000, una con 200 circa 300.000.000 e una con 250 circa 375.000.000. A questo punto occorre quantificare le spese che sostengono gli operatori. La prima che dobbiamo considerare è il canone della concessione demaniale per l’utilizzo della spiaggia. Ebbene non sono riuscito a trovare niente di preciso in proposito (omertà, omertà, omertà), quando chiedevo qualcosa dovevo farlo con circospezione per non insospettire il mio interlocutore. Altro che mafia siciliana, questi hanno l’osso e non vogliono mollarlo). Soggetti bene informati parlano di circa 8 milioni per una zona con 100 ombrelloni e 12/15 milioni per le più grandi. Oltre al canone ci sono ovviamente tutte le altre spese ordinarie (manutenzione, abbellimenti vari, ammortamento beni mobili, personale (quasi sempre ragazzini sottopagati), imposte, tasse (guarda caso tariffe agevolatissime per la tassa sulla raccolta dei rifiuti solidi urbani), ecc.. In totale, mediamente, le spese sostenute da ogni operatore si possono valutare intorno ai 30/40 milioni per le zone piccole, 60/70 milioni per quelle medio-grandi.

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