venerdì 26 agosto 2011

Incontro su Giovanni Paolo II

dal nostro inviato

Lunedì 22 agosto presso la sala A2 si è tenuto un incontro sulla figura di Giovanni Paolo II° a cui hanno partecipato Mons. Luigi Negri Vescovo di S. Marino – Montefeltro e Josef Dabrowski amico dello scomparso pontefice.

L’incontro ha sicuramente fatto vibrare le corde del cuore a molte persone sia per l’intensità del livello tenuto da entrambe i relatori che per la loro evidente partecipazione emotiva a vicende non raccontate da esterni ma a storie di Vita vere vissute in prima persona.

Certamente il principale intervento perché, forse, il meno atteso è stato quello di Dabrowski.

E’ entrato nel tema del dibattito con grande eleganza , verità ed efficacia.

Ha subito messo in luce tutta la grande personalità di Giovanni Paolo II° disegnando con grande autorevolezza ed affetto l’impronta prima della Persona di Karol Woijtila poi, conseguentemente, del suo straordinario pontificato.

Ha sottolineato come Giovani paolo II° abbia testimoniato con ineludibile coraggio e naturalezza l’unico modo possibile di vivere una vita autenticamente umana, attraverso le opere che scaturiscono da una fede incrollabile e quotidianamente inseguita ed assecondata.

Ognuno di noi, nella sua vita, ha sperimentato cosa significhi avere fede e credere in ciò che facciamo e sa quanto l’ostinazione nel credere nelle nostre capacità sia una chiave fondamentale del successo.

Ma ognuno di noi sa anche che se crediamo in “oggetti di fede” umani forse il successo non è sempre così assicurato.

Bene Giovanni Paolo II° ha dimostrato come credendo in Gesù Cristo fino in fondo i fallimenti non sono previsti.

La sua vita e la sua traccia storica hanno testimoniato al mondo la grandezza del modello di testimonianza portato avanti con la sua memorabile determinazione, senza tentennamenti e con quella grande gioia che traspariva con forza da quegli immensi e profondi occhi azzurri in cui potevi tuffarti tanto erano uno sguardo sull’infinito che ognuno di noi ha sempre desiderato.

Gli stessi occhi azzurri di colui che stava raccontando quella meravigliosa storia, gli stessi occhi che potevano regalarti le medesime emozionanti vertigini, Gli stessi occhi di un altro polacco abituato, come tutti i polacchi, a salutarsi sempre iniziando con un “Sia lodato Gesù Cristo”…che sia una concidenza?

marco casadei