martedì 23 agosto 2011

Le Riforme



Avvertivamo da tempo che il Paese avesse bisogno di riforme strutturali, trovando nella vecchia politica dei nuovi partiti un muro di mattoni fatti del così è sempre andata, così continuerà. Un materiale che sembra non voglia essere sostituito, è facile prevedere una catastrofe, non deve essere giustificata dall'assolutorio e bugiardo mezzo gaudio. Quando la burrasca si placherà, il mare nostrum non sarà più lo stesso, l'Italia conterà morti, feriti e tantissimi scomparsi, qualche altro, pochi, se la caveranno con graffi e modeste macchie sui vestiti, la differenza nel medio periodo sarà enorme. La fretta generalmente è pessima consigliera, in un normale paese del quale non siamo nemmeno copia sbiadita, l'aumento dei tassi ed i salvataggi del debito pubblico avrebbero suscitato un dibattito meno curiale, il Cavaliere come la Carim, è in mano a due commissari, il nazionale Giorgio e l'europea Angela, suscitando una temporanea tenerezza che svanisce al ricordo di un capitale politico sperperato per quattro puttanelle, chiedere le elezioni oggi è atto irresponsabile non solo per una maggioranza che non esiste ma per un'opposizione che non c'è mai stata. Il segretario del Pd, fortunatamente alloggia al Quirinale, la nostra rabbia aumenta pensando che poteva essere per il nostro misero sistema politico l'uomo della svolta epocale. Per la sua visita riminese, un autentico successo, hanno schierato drappelli di vigili a presidiare una Città paurosamente vuota per l'infernale caldo, non c'indovinano mai, neanche in buona fede. Abbiamo segato il ramo del lavoro sul quale eravamo precariamente seduti, con il devastante messaggio delle maggiori tasse e più controlli, che ricadono sulla vasta categoria dei tartassati, chi evade o peggio ruba speculando, se ne infischia, rimangono perfetti sconosciuti come i rifornitori dei vu cumprà. Servono riforme sostanziali che partano dal dovere di salvare l'italia,ognuno faccia la sua parte, uscendo da impostazioni sterili, come il comico calo delle province, sarebbe bastato stabilire in regime di consolidato federalismo un tetto regionale, se in Sardegna ne volevano fare altre sette, ca..loro, stesso criterio per comuni, consorzi, comunità montane, Agenzia Tram ed altre invenzioni simili ancora operanti per la piccola famiglia socialista riminese, a dispetto di un dettame referendario molto chiaro. Non frega più niente a nessuno dell'acqua pubblica? O dobbiamo ricorrere ancora all'amico Giorgio, che ha miracolato anche i piloni? Il fai con i tuoi soldi, deve valere anche per giustizia ed istruzione, fare politica deve ritornare ad essere passione non impiego, al massimo si deve percepire lo stipendio di prima, sola eccezione per Gnassi, mancando parametri. Si eviterebbero gli scandali dei vitalizi, pensioni e macchine, semplici regole democratiche che incentiveranno anche la doverosa caccia ai furbi e disonesti che nelle troppe aziende pseudo politiche s'annidano come direttori, consiglieri, presidenti e finti tecnici. Sindaco non fare come Melucci.