mercoledì 14 dicembre 2011

L'Epilogo

Con la scelta franco-tedesca di Monti, la politica ha abdicato al suo ruolo, nello stesso tempo assistiamo ad un vergognoso dibattito tra gli stessi attori teso a prendere le distanze dalla manovra, nella prospettiva di ripetere le promesse elettorali e riprendere il comando una volta passata la tempesta. Ieri l'ipocrisia era raccontare che si potessero pagare pensioni per tutti o diminuire le imposte, oggi pensare che il Professore sia un male passeggero o strumento di trapasso al vecchio potere. Tra meno di dieci anni avremo 15 milioni di lavoratori che dovranno campare con redditi attorno ai mille euro ed andare in pensione con 500/600. O sono tutti cretini nel credere ad una pensione integrativa oppure cosa più probabile chiederanno di avere i soldi del costo del lavoro ed alla previdenza e copertura sanitaria ci penseranno da soli. Versare cifre complessive attorno a 350.000 euro che indicizzate diventano 500.000 porta a pensioni che in dieci anni superano lo stesso stipendio. A quel punto, con l'arroganza vigente, si vorrà raccontare che per la costituzione i diritti acquisiti non si toccano, loro continuano fare i signori e le nuove generazioni compresi i quarantenni devono lavorare o morire di fame. Se si pensa di procrastinare lo status quo, il rischio è cadere in un demagogismo che prima o poi lascerà spazio a situazioni imprevedibili delle quali gli imbonitori si dovranno assumere tutte le responsabilità. La strada per evitare questo è una sola, darsi come obiettivo irrinunciabile portare in 10/15 anni il debito pubblico al 50% cosa già impostata da altri paesi, poi le questioni dell'ici alla chiesa, i vitalizi, diventano cazzatine che si tolgono in un minuto ed i problemi seri saranno andare a vedere chi detiene la metà delle ricchezza del Paese, come pagano le tasse, con una macchina pubblica che funziona con il rodato sistema del dare ed avere, non come oggi che porta via poco e concede niente.

sandro baschetti