venerdì 23 dicembre 2011

Solito


Negli auguri di fine anno i personaggi celebranti cercano di proiettare la loro immagine, anche se scritti da pool superpagati per due prestazioni letterarie annue, rimangono sempre parole utili a percepire la pasta che li nutre. Vitali usa un linguaggio benziano-curiale, da uomo che vorrebbe essere sopra le parti, se queste nella loro malvagità, non l'avessero toccato ed espulso meritatamente. E' la solita storia dei fortunati per caso, nessuno tra quelli come noi che lo conoscono dai primordi della sua anonima attività politica, si sarebbe immaginato una carriera tanto veloce. Ha avuto il merito precipuo di servire fedelmente prima Ravaioli poi Melucci e perfino tutti e due, senza mai alzare la voce, attaccato al cellulare, eseguendo ordini in diretta. Discorso molto diverso per l'ultimo celebrante la fine del primo anno montiano, in attesa del prossimo più orribile. Il Giovane attende questi eventi con la stessa ansietà delle sue scopiazzate Notti, il rosario delle splendide banalità con l'aggravante di una fastidiosa lunghezza, riproduce con esatta chirurgia fonetica il personaggio. Non sappiamo se l'amanuense sia stato il non laureato Funelli o per l'occasione sia stata creata una cooperativa notturna scelta tra l'enorme cerchia pagata, sono gli attimi che contano per l'amministrare a parole. E' stata compilata stupendamente, per i tanti che ancora non lo hanno misurato, contiene alcuni passaggi alla Fornero, degni di qualche emotiva lacrima, ha rievocato le nostre radici partendo dall'ospitante Teatro degli Atti e non quello di Galli più consono alla suo impeccabile abito, riassumendo i disastri finanziari come nel film Wall Street, finendo con l'immancabile richiamo, citando Berlino e Los Angeles, risparmiando Friburgo che lo ha minacciato per danni.