giovedì 4 giugno 2020

Canoni Tabellari

Sono sicuro che i riminesi, eccetto gli addetti ai lavori, grazie (sempre) alla regnante propaganda, non abbiano idea di cosa si tratti. Penso che lo stesso Sindaco abbia idee appannate al riguardo. L'occhio è sempre rivolto ai detentori delle chiavi, i cosiddetti bagnini di maggioranza. Gnassi, rivendica, dopo balli e girotondi, il ritorno, nel demanio marittimo, dei Canoni Tabellari. Cerco di spiegare di cosa parla. Le tabelle prevedevano un sistema dettagliato per la determinazione del canone, ogni tipo di attività aveva le sue voci di riferimento, divise in cinque categorie. Arrivò una legge che di colpo ha "massificato" tutto in una manciata di voci. I primi ad esultare per questa finta rivoluzione furono proprio i concessionari. I loro canoni diminuivano fino a dieci volte. Il bagnino che pagava (?) mediamente 6 milioni di lire passò a 3, i chioschisti da 4/5 milioni passarono alla ridicola cifra di 3/400 mila lire all'anno. La definì pazzia al potere. Saltato il fosso sulla spiaggia, ogni esagerazione divenne lecita. I fenomeni al governo trovarono "normale" decuplicare i canoni per le concessioni che usavano strutture e proprietà demaniali, i cosiddetti (maledetti) pertinenziali. Assurdo è stato aumentare i canoni con le stesse percentuali per i contratti in corso di validità, esempio: la nostra darsena. I tribunali di ogni ordine e grado, sentenziarono come atto normale che lo Stato possa cambiare un contratto di atto pubblico. Per dare un senso a questa vicenda che un senso non ce l'ha, sarebbe come decidere, con una leggina, che tutti i contratti per opere pubbliche venissero pagati un decimo di quanto stabilito precedentemente. Per capire meglio l'esempio usato, è necessario spiegare che parliamo del canone di un'opera che alla fine del contratto viene acquisita allo Stato. L'opera aveva (storicamente) tre elementi determinanti: Investimento, per valutare l'ammortamento rispetto alla Durata poi con questi due elementi si determinava il Canone. Significa, anche a Rimini, che se uno investe 50 milioni x 50 anni, con un milione annuo di ammortamento, il canone percepito può/deve essere di qualche migliaia di euro. A pari durata, se l'investimento fosse minimo ed il reddito cospicuo, il canone può schizzare in alto. Metodo abbandonato con la legge del superamento dei tabellari. Sostituiti con prezzi fissi. Quando si sono accorti della stupidità compiuta, la pezza è stata peggio del buco (voluto). Se pagavi 400 euro e diventano 4.000 è cosa buona e giusta, ma se chi pagava 40.000 euro, con un milione di ammortamento, aggiungere 400 mila euro è una rapina. La materia, grazie a legislatori incapaci, è ostica, anche per i sindaci da lungomare. Importante sarebbe a fine mandato, chiedere scuse pertinenziali ed andarsene con Jamil. Gnassi sembra mostrare nostalgie canaglia per i tempi passati. Sarebbe giusto allora fare pagare i canoni in base agli investimenti fatti. La legge regionale ER, bocciata perfino dall'Europa di Zerbini, prevedeva che i bagnini pagassero in ragione della vernice usata per imbiancare i capanni, mentre i chioschisti, anche loro in maggioranza, continuavano a pagare 400 euro annui. Qualsiasi legge nazionale che non abbia l'avvallo europeo è una buffonata elettorale. Faranno ingoiare il Mes, figurati se cancellano Bolkestein, leggermente brillo. Finita questa stagione di me..occorre dare fiato ai bandi ed innovare l'arenile, se ci siamo ancora.
PS Foto: opera di regime in scadenza