martedì 9 giugno 2020

Sburocratizzare

L'avvocato consigliere Pecci, non ha resistito al richiamo della "sburocratizzazione". Viene indicata come il vero, non unico, male della decrescita nazionale. Il virus che rallenta, impedisce, sviluppo ed occupazione. In realtà è un comodo paravento dietro cui si nascondono pigrizie mentali, comodità lavorative, favori sindacali ed una scuola.. azzolina. Viene usato come estrema unzione delle discussioni, la pace nel mondo. Il consigliere, correttamente, ha accostato il tema ad uno degli aspetti pruriginosi del pubblico amministrare: l'urbanistica. Il crollo dei valori immobiliari si rispecchia nel settore. Era in crisi profonda da dieci anni, è stato spazzato via dall'insensato lockdown. Anche chi ha a cuore i simpatici fratini accosta la pianificazione al vituperato mattone, il metro di misura per 50 anni della società riminese. Quanti sono stati gli imprenditori che "non" hanno aderito al club del laterizio? Ne conosco solo uno e vorrei che continuasse il suo splendido lavoro..all'estero. Oggi però demoliamo strutture che festeggiano il secolo, con criteri discutibili, basta una leggera forma di pentimento da blog, sei assolto dal partito seminarile. Sento qualche rumore di fondo arrivare dalla silente opposizione. Benissimo. Spesso (sempre) abbiamo mescolato la pianificazione con il permesso (?) di costruire. Potremmo partire da un aspetto curioso: norme sui rumori. Se un terreno si trova in zona turbolenta, sarebbe logico non renderlo (a richiesta) edificabile, con destinazioni residenziali. Parimenti corretto che nelle aree poste sotto tutela si definiscano a priori le scelte di fondo, senza ricorrere al parere tombale della sovrintendenza di..Ravenna. Eliminando però il lavoro delle commissioni comunali. Passare dallo sportello unico all'ufficio: catasto, calcoli strutturali, abitabilità, fogne, competenze dirette dei comuni. Altro problema, male funzionante, sono le autocertificazioni dei tecnici. Basta un silenzio assenso. in tempi brevi, predeterminati. Pianificazione dei regolamenti, con la definizione delle sagome di massimo ingombro nei nuovi piani regolatori. I consiglieri comunali approvano solo quello di loro stretta competenza. I comparti devono rispettare le sagome d'ingombro. Il dirigente può decidere di saltare l'approvazione in sede consiliare del piano particolareggiato, dando però comunicazione ai capigruppo ed indicando le motivazioni. Chi ha maturato una esperienza consiliare, sempre stimolante, capisce. Sarà una bella sforbiciata ai favori riminesi. Sarebbe solo l'inizio.