giovedì 25 giugno 2020

La Secessione di Maggioli.

Spinto, forse, dalle durissime parole di Bonomi, nel confronti del governo Casalino, il Presidente di Confindustria Romagna si spinge oltre ipotizzando quasi una secessione nei confronti della Regione di Bonaccini. Dopo avere snocciolato il rosario della crisi che. nonostante il Carlino. ha toccato profondamente il tessuto produttivo della Romagna, ha fatto il punto della situazione sulla ripartenza e sulle strategie per il futuro dell’economia. Occorre attendere almeno il 2023, quelli che arriveranno forse vedranno un nuovo sindaco a Rimini. No, non lo ha detto anche perchè nelle segrete stanze di Chiamami Melucci, il suo nome circola con quello della Nipote. Il Presidente Paolo Maggioli ha poi affrontato quelli che a suo parere sono i temi più urgenti: la comica guerra degli aeroporti che possono fallire e ritornare come arabe fenici, pulite penalmente, fino al Parco Eolico spostato, per dispetto alla Tosi, davanti alle coste meno pregiate di quelle principesche, dotate di una enorme vasca spurgo. Ha ricordato un'altra promessa di Giuseppi: l'alta velocità che passa da Rimini ma dimentica la stazione successiva, fino ad arrivare all'Area Vasta Romagna, anticamera della nuova regione autonoma. Si lancia anche in prospettive dense di ottimismo sul nostro futuro che sembrano copiate dallo stesso writer di Gnassi. Convincente però il tentativo di affrontare la crisi creando un nuovo sistema romagnolo. Più problematico farlo con i "compagni" di viaggio elencati. Strutture sindacali legate a filo doppio con il regime piddino imperante. Caduta Rimini si può fare. Economia ed imprese vivono un momento molto difficile. Ma la crisi non deve essere un alibi per arrendersi, bensì uno stimolo per ripensarci e reinventarci creando nuove opportunità. Facendo fronte comune, la Romagna è riuscita a superare l’emergenza sanitaria, dimostrando di avere tutte le capacità e la determinazione per affrontare una crisi senza precedenti come questa. Espressioni ecumeniche, su cui tutti sono d'accordo. Servono decisioni ed interventi che abbiano tempi brevi, burocrazia snella, chiarezza e liquidità. Alle imprese non servono parole, ma azione ed un approccio basato sugli investimenti e sulla semplificazione a tutti i livelli, nazionale, regionale e locale. Infrastrutture. Gentile Presidente, inutile affermare totale condivisione, lei ha affrontato il motivo per cui ci hanno messo in castigo europeo. in attesa di farci diventare debitori impegnati con il Mes. Chiudo con leggera malizia. Ha parlato di (quasi) tutto, il Porto di Ravenna diventa hub, l'E45 e 55, scambi con il Mediterraneo, Centro e Nord Europa ma a Rimini cosa arriva? Un altro Lungomare?