lunedì 1 giugno 2020

Trilogia

Concludo la trilogia sulla giustizia sfatta. Ho sempre sperato, da amante dei film western che alla fine arrivasse..Mattarella. Avrete notato, cliccando on line sui giornali, che la banda intercettata sta subendo un processo da parte dei social lettori. Rimangono solo i grillini, quelli che aspettano la chiamata della vita. Oltre ogni ragionevole dubbio sono fedeli alla linea del blog consegnato ai piddini. A Rimini sono pochi, segnale incoraggiante. Continuo con la saga delle telefonate di Palamara. Siamo arrivati al Colle. Un altro consigliere di Mattarella, Gianfranco Astori, invitava Palamara (già non più membro del Csm, al Quirinale (“vogliamo fare da me al Q?”). Alcuni fanno risalire la strategia al 1985 quando il Csm aveva messo nel mirino Craxi. L'autonomia dei magistrati è un paravento dietro cui si celano spesso arbitrio, decisioni opache e corruzione che non è solo prendere soldi. I cittadini sono ignari dei meccanismi in base ai quali vengono decise nomine, assegnati incarichi, i criteri che guidano l’amministrazione della giustizia nel nostro Paese. Ingiusto fare una immensa "fogheraccia" peggio però assecondare il DJ con la ridicola riforma ipotizzata. La separazione delle carriere è solo il primo passo. Che legittimità hanno per spartirsi questi posti? Le frasi su Matteo Salvini e la persecuzione a Berlusconi sono fatti di rilevanza nazionale, ma si potrebbe parlare delle monetine gettate a Craxi come sentenze dei processi in piazza. Il Pci ha avuto solo Greganti. Credibile? Oppure un patto con la componente maggioritaria della magistratura per scongiurare la ventilata unione tra Psi ed ex Pci? E' indubbio che tutte le gimcane compiute dagli eredi di Berlinguer sono state accompagnate dal silenzio giudicante. Oggi non si sente un fruscio. Come abbandoni il Pd sei cotto. Vero Bulletto? “Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando”, scriveva in chat Paolo Auriemma, capo della Procura di Viterbo, nell’agosto 2018: “Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell’interno interviene perché questo non avvenga”. “Hai ragione. Ma adesso bisogna attaccarlo”, era la risposta di Palamara. “Indagato per non aver permesso l’ingresso a soggetti invasori. Siamo indifendibili. Indifendibili”, insisteva Auriemma, mentre in un’altra chat Palamara si riferiva al ministro dell’interno con l’espressione “quella merda di Salvini”. Una affermazione che le sardine hanno imparato e sono pronte a ripeterlo in tutte le sfide elettorali. Non ce le fanno fare. Colpa del virus, la Capua ha detto che si ripeterà fino a quando Salvini non sparisce.