martedì 30 giugno 2020

Risorse non Rinnovabili

RISORSE NON RINNOVABILI. ONERI COME PIUME AL VENTO
Un sentito grazie a Lugaresi che ci consente di pubblicare, anche brevi riflessioni, scoordinate sconfusionate (più nella mente che sulla carta). Insomma con questo caldo mi vien voglia di fare un altro punto della situazione del tutto personale, forse sgradito ai più, se non insignificante… Ormai tagliata fuori dalla politica come un credito non recuperabile da un bilancio pubblico, mi sono accorta che è da tanto tempo che discuto (e “discorro” alla romagnola) sul perchè cavolo dopo settant’anni di governi locali che si muovono con le stesse strategie, ancora dobbiamo sentirci dire dalle giunte che per “fare i lavori” servono gli ormai santificati oneri di urbanizzazione. E via coi pianti di miseria e povertà. Ma cosa potremo mai costruire ancora? Mi piacerebbe leggere pareri tra i commenti. Stavolta scrivo solo per questo. Ammesso che nessuno voglia affondare l’edilizia che quando non è selvaggia deve sicuramente proseguire e dare lavoro, ma santo cielo che regni sui comuni! Possibile che in decine e decine di anni nessuno, sono sicura NESSUNO, abbia pensato a strade diverse per integrare queste entrate? Costruiamo, e finiscono i terreni. Alziamo i piani ma finiscono (per forza!) i permessi. E poi? Se il mondo è finito, saranno finiti anche terreni e i permessi!?!? Annoveriamoli tra le risorse non rinnovabili!!! Ma pensare a qualcos’altro, con tutto ciò che di sfruttabile esiste sui nostri territori, senza poi deturpare l’ambiente e i siti storici e culturali, qualche testolina amministratrice con un pò di coraggio e visione, non poteva arrivare ad affiancare le entrate da oneri con entrate diverse, turismi di ogni genere, iniziative culturali festival internazionali. Ma seri però!!! Non le copie di Sanremo taglia micron, sagre delle salsicce promosse solo tra i residenti, e feste bancaiole. Sono talmente scocciata che non ho manco una conclusione da scrivere. Allora chiudo ringraziando nuovamente te Massimo Lugaresi, che ti spendi come pochi per alzare quelle palpebre dormienti degli italiani della bassa Romagna. Non smettere mai! 
 Arianna Adanti