sabato 13 giugno 2020

La Terra dei Cachi

Italia si, Itali no, la terra dei cachi. Non ce la possiamo fare. Passano gli anni, trascorrono i secoli, tramontano intere epoche storiche, ma gli italiani sono sempre lì, nel mezzo come Oriali. Siamo sempre divisi fra Mario e Silla, fra Guelfi e Ghibellini, fra papalini e repubblicani, fra Coppi e Bartali, fra Mazzola e Rivera, fra Saronni e Moser, fra Benvenuti e Mazzinghi, fra fascisti e komunisti. L’ultima italica divisione è fra chi, con il viso coperto dalla mascherina, tifa Conte e “spera” nel ritorno del virus in autunno e quelli che dichiarano che esso è morto e che bisogna lavorare per un esecutivo diverso, giacché chi è buono per la guerra non è capace anche per la ricostruzione. Insomma paradossalmente, Peppino Conte ed accoliti puntano tutto sulla seconda ondata del virus per mantenere governo e poltrone. Dietro lo spauracchio delle colonne di camion militari pieni di bare, i droni sulla testa e la notizia che siamo tutti a rischio fin quando non si trovi il vaccino, puntano al secondo tempo del film “ tutti in casa”, per non affrontare i problemi del Paese. Gli altri invece scommettono che con la trasfusione si possano avere buoni risultati o che, addirittura, il virus sia morto in modo da sputtanare le scelte del governo giallo verde che a quanto pare ha smarrito l’apriscatole. Il popolo è diviso in due. Da una parte i garantiti con lo stipendio fisso alla Zalone, le ferie e il lavoro in mutande da casa senza controllo sulla produttività e i pensionati più o meno d’oro di supporto, e dall’altra chi ha la partita iva. Questi se ancora non hanno chiuso, devono arrancare e districarsi tra migliaia di circolari e decreti attuativi per avere 600 euro o quattro lire a fondo perduto dall’Agenzia delle entrate. (L’Agenzia per non perdere il vizio ed addolcire il clima, ha già dichiarato che effettuerà controlli rigorosissimi nei confronti di chi avrà il coraggio di chiedere il contributo). Però la premiata ditta Conte & Casalino con Grillo di supporto, da veri illusionisti della politica, hanno già tirato fuori il coniglio dal cilindro… Ecco a voi gli STATI GENERALI ! Con il Pil a picco e milioni di disoccupati e cassa integrati in scadenza alle porte, siamo qui in trepidante attesa che essi, gli Stati generali, ci indichino la via per uscire dal deserto (e il bello della faccenda è che anche il PD va dietro alla messa in scena). In caso contrario, Palamara permettendo, aspettiamo che il Presidente Mattarella, ravvisata l’impossibilità di continuare l’azione di governo, si decida ad indire nuove elezioni. In fondo gli Stati generali della Rivoluzione francese qualche testa la fecero cadere, quindi qualche speranza ancora c’è ... Di riflesso, lo scricchiolìo del governo giallo-rosso rischia di travolgere anche il sistema di potere locale. Da anni esso si basa sul patto spartitorio di incarichi e poltrone tra maggioranza e opposizione, sotto l’occhio benevolo della Curia. Orma anche i curial-ciellini si rendono conto che, continuando con questa politica di spartizione delle poltrone, non si va più da nessuna parte. Il principe Niassi, nonostante la riconosciuta arroganza, è stato un maestro nel destreggiarsi tra le opposizioni interne di zio Melucci e le pretese egemoniche del sistema fieristico locale, ma la crisi sta presentando il conto. Anche i bagnini, nel loro delirio di onnipotenza da categoria intoccabile, si sono accorti che il vento è cambiato e che il loro sindaco li ha abbandonati al proprio destino. In questo quadro post-bellico devastato da una crisi epocale, innescata da un virus insidioso, noi confidiamo sempre che sulla scena si affaccino uomini “liberi e forti” che mettendosi in gioco con la consapevolezza di essere tutti sulla stessa barca, operino per la rinascita della nostra terra, lasciata per troppi anni nelle mani di gente poco avvezza al bene comune. 
 P.S. Con l’occasione consigliamo ai “Grillini” e a Ghinelli già istruiti dai furbacchioni al voto disgiunto, di stare molto attenti: i posti sono sempre meno e abbracciare gli alleati del PD, ex komunisti, è come stringersi al petto una sega circolare accesa dalla parte della lama… Se poi a porgerla è zio Melucci… auguri e figli maschi. 
 Don Camillo