venerdì 12 giugno 2020

Spiagge Libere e.....Ignorantezza.

Risposta al Signor M.A.
Solitamente non rispondo alle “chiamate in causa” anonime, soprattutto quando si simula l’ironia per dissimulare l’acredine personale condita con una buona dose di “ignorantezza”, per dirla alla “Romagnola DOP” del buon Paolo Cevoli. Chi si cela dietro sigle, pseudonimi, acronimi è sempre colui/ei che teme il confronto per carenza di argomenti anche quando in modo inelegante ne propone la traccia come è capitato al malaugurato sig. M.A. di turno. Mi hanno sempre insegnato di conferire paternità diretta a quello che si dice e a quello che si scrive, se il contenuto dell’espressione di pensiero corrisponde alla effettiva volontà del dichiarante; in buona sostanza se si tratta di genuinità del contenuto e di onestà intellettuale del soggetto esponente. Lei conosce me, sig. M.A., ma io non conosco Lei, quindi parto svantaggiato, mia prerogativa di vita da quando sono stato illuminato nel 1971 da una rovesciata di “Bonimba” (sicuramente non saprà chi sia ma Google aiuta anche quelli come Lei). Nessun problema il nulla e l’ignoto mi intrigano. Nella sua dissertazione, sig. M.A., non ne ha “azzeccata una”…e non ci è andato neppure vicino… (lasci stare “l’excusatio non petita” del cognome volutamente storpiato…vecchio giochino dei “diversamente intelligenti” …comunque gliela passo…solo questa. però…). Gliele metto tutte in fila, così sarà per Lei più semplice capirLe, anonimo M.A…. 1) Non sono più iscritto al PD, non ho più rapporti con quel partito e non so chi sia la “vecchia guardia locale” alla quale Lei mi attribuisce “afferenza”. Controlli la genuinità della fonte che le ha fornito la “soffiata” …e la cambi per scarsa affidabilità. 2) Non ho mai dichiarato guerra a nessuno tanto meno ai “bagnini” in quanto l’interlocuzione (con tanto di diffide “notificate”) mia personale (prima) e del Coordinamento Nazionale Mare Libero (da quando si è costituito) sono gli enti pubblici ai quali contestiamo di aver abdicato dalle loro funzioni, dai loro doveri politico-istituzionali se non altro da quando la sentenza della Corte di Giustizia dell’ Unione Europea il 14.07.2016 ha irreversibilmente chiarito quali sino le regole che gli Stati membri devono rispettare (tutti gli apparati) in tema di “concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo” fornendo un decalogo di principi e criteri guida (illegittimità delle proroghe generalizzate, pubbliche evidenze come criterio guida per la tutela della libera concorrenza, non discriminazione, diritto di stabilimento ecc..). Quindi, come vede, sig. M.A., un “bagnino” in ogni caso e giustamente aggiungo ci sarà sempre ad esercitare l’attività d’impresa sul pubblico demanio marittimo, l’importante è che le bevute “siano pari” (per chi vuol competere, partecipare a gestire una zona o un risto-bar), come saggiamente sostiene il mio amico “mastro birraio”. 3) Non è soltanto questione di Bolkestein, sig. M.A. ma di ordinamento euro-unitario globalmente considerato ad iniziare dal T.F.U.E. (Trattato sul Funzionamento dell’ Unione Europea), dalle sentenze interpretative della C.G.U.E, poi, a cascata, dalla Carta Costituzionale e dai principi che la sorreggono. Sicuramente avrà qualche amico giurista: la prossima volta Le consiglio di consultarlo prima di avventurarsi ad affrontare un tema a Lei sconosciuto. 4) Legga bene la denominazione dell’associazione, anonimo sig. M.A.: “Coordinamento Nazionale Mare Libero” (acronimo CO.NA.MA.L.). Quindi “Mare Libero”, non “spiagge libere” anche se la difesa di esse è un argomento sensibile a molti nostri associati. Siamo nati con lo scopo ben preciso, quello di sensibilizzare l’opinione pubblica nel riappropriarsi di determinati beni di tutti (e di una cultura) di cui inesorabilmente venivano (e veniamo) lentamente privati: il demanio marittimo e i pubblici usi del mare. Insieme al patrimonio storico-artistico e quello inerente all’ intero eco-sistema collinare e montagnoso, la tutela delle coste italiane dovrebbe essere il pregio, l’orgoglio della nostra nazione ed invece è lasciato totalmente in balia di una dialettica politico-imprenditoriale che emargina dal dibattito il cittadino comune che, di contro, deve avere voce sull’ argomento perché “il mare, la spiaggia” sono beni anche suoi. 5) Finisco con la sua “barzelletta finale” (perché solo di barzelletta si può parlare in quanto se la pensa veramente le consiglio di cambiare “pusher” in quanto quello attuale non persegue i suoi interessi, non la tutela come dovrebbe): “i bagnini il turismo lo hanno costruito loro” (il fatto che a Lei “vadano bene così come sono” è una sua opinione che rispetto anche non condividendola). Sicuramente Lei non è riminese (un riminese si vergognerebbe ad affermare ciò; anzi non lo penserebbe neppure) e quindi parzialmente, molto parzialmente posso concederLe un’attenuante generica. Le potrei citare infiniti esempi di imprenditoria non “balneare” che insieme agli operatori di spiaggia e a tutto il comparto balneare hanno contribuito a “costruire” il turismo a Rimini: dall’alberghiero, alla ricettività extra-alberghiera; dal comparto della ristorazione a quello dell’intrattenimento, dello svago e della intermediazione tra domanda ed offerta. Come vede, anonimo sig. M.A. mi trova e mi troverà sempre pronto al dialogo e alla replica. Un consiglio finale: si ascolti la canzone di Pino Daniele “Je so’ pazzo”, Le dedico le ultime parole…Ad maiora… 
 Roberto Biagini