mercoledì 3 giugno 2020

Le Ali della Libertà

La speranza è una cosa pericolosa, la speranza può fare impazzire un uomo. Non c'è speranza qui dentro". Oppure, viceversa: "...la speranza è una buona cosa, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai". Ci sono sempre almeno due modi per approcciare le esperienze esistenziali. Poi c'è quella a cui appartengo, diciamo la terza: quella del vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto per far sì che un po' di liquido sia assicurato e rimanga sempre. Dunque è l'opposto della rassegnazione. In tempi di vacche grasse occorrerebbe essere formichine, piuttosto invece cicale quando tutto pare naufragare. Frinire serve solo a farmi venire la nostalgia di quando mio nonno, armato di un filo d'erba, ogni sera ne faceva uscire taluno dalla tana, lo portava in casa e lo poneva sotto un grande bicchiere, con il cibo prediletto degli ortotteri, tenuto in bilico il necessario con un bastoncino per poterlo sentire cantare tutta la notte sul davanzale interno della finestra in camera o nella cucina. E al mattino come primo atto era ringraziarlo per il concerto con il rito della restituzione della libertà. Senza non riusciva a dormire felice... Mi diceva come quel canto lo avesse tenuto in vita, fatto compagnia e rappresentato sicuro allarme. I grillidi quando si sentono minacciati o forse solo gelosi del loro canto smettono di frinire. Sentinelle amiche nel silenzio. Credo non ci sia metafora più grande per descrivere la speranza. La scelta, invece, di decidere da che parte stare o servire la rimetto alla discrezione personale di ognuno di voi. Vale sempre la pena di tenere duro, perché chi serve la libertà ha propedeuticamente bisogno di nutrirsi di speranza senza la quale è impossibile spezzare pane in tavola. Figuriamoci celebrare l'eucarestia che non può fare a meno del vino.
Roberto Urbinati