domenica 11 maggio 2014

Amor vincit omnia

Ho già raccontato, più volte, del mio amico imprenditore, proprietario di un noto ristorante al centro di Parma, innamorato ed orgoglioso della sua attività che conduce con logiche moderne. Lo stupore, sentendolo ieri al telefono, dopo i soliti convenevoli, è stata la sua preoccupazione per l'assalto bolognese al primato alimentare parmense. Ho risposto che a noi portano via l'accoglienza, anche se l'abbiamo diversificata con la camorra. Non ha riso. Ha ribattuto che questo è solo l'inizio, riferendosi giustamente alla nascita delle città metropolitane. Bologna diventerà centrale molto più di quanto non sia già, tiranna nei confronti delle realtà più deboli e popolate da taglianastri pontili. Il problema è trovare il Nome del Cuore, al posto della Sfiga che portava. Il problema, caro Massimo, continua l'amico, sta in questa legge di riforma delle autonomie che Fonzie per bocca della Boschi ha preparato. Mi ha chiamato, perchè ha letto le mie riflessioni in proposito, dove speravo nella creazione di una quarantina di distretti con regole e prerogative uguali per tutti, che diventano anche la prima impostazione per fare un senato delle autonomie degno di questo nome. La mia risposta è stata quella di sempre: un'Italia sempre più innamorata degli slogan, tra i vari impegni propagandati, c'è la riforma del Titolo V, che non è altro che lo slogan di ieri. Come si dice al male non c'è mai fine, è arrivato Messia Renzi, vuole cambiare l'Italia con tre veline. Tra qualche anno, se ancora esistiamo, arriverà un'altro solone e via fallendo. Città medie sempre più vuote che porteranno più degrado nelle città più piccole attualmente in simbiosi. Grandi città che aumenteranno i problemi, un casino generale, che si ripercuoterà su uno stato colpevole di assenze storiche. Hanno dato il Daspo a Genny a' carogna.