lunedì 19 maggio 2014

La Città dei Pulcinella

Ieri mattina ho letto sui giornali, sempre a sbafo... pentastellato, che la piscina di Brasini è diventata olimpionica in diretta consiliare. La stessa operazione miracolosa, senza apparenti trapianti genitali, che aveva trasformato il Ponte Sfiga da volgare trans bailey in un raffinato gay bridge con doppia direzione di marcia. Ai 25 metri aggiungono i debiti del Palas, riempiono così dieci corsie e la trasformano in olimpionica. Sono le misure per Rimini: ridotte. Di chi è la firma sulla delibera pro Cagnoni? Sembra davvero che la segretaria Chiodarelli ami giocare con il fuoco, sicura di non bruciarsi mai? Sulle stesse fotocopie, con il Carlino protagonista in assoluto della ma.... natatoria più veloce, ho potuto apprendere una notizia da Città dei Pulcinella. La Darsena, intesa come società concessionaria, aveva fatto ricorso al TAR per gli aumenti contrattuali. Ha perso la causa, in quanto la Corte Costituzionale, interessata nel merito dal Consiglio di Stato, ha sentenziato che modificare un contratto tra lo Stato ed un privato è cosa più che lecita. Mi auguro che la Società della Darsena faccia ricorso alla Corte Europea, come Berlusconi. Suonerebbe strano non venisse accolto il lamento demaniale. Davvero uno strano paese l'Italia, diranno i padroni di Bruxelles, quando gli chiediamo di fare i bandi con la Bolkestein trasformano in diritto ereditario le concessioni demaniali,  poi stipulano contratti, che implicano diritti formali e pensano di modificarli a loro piacimento. La questione nasce con i famosi aumenti di dieci volte del canone annuo per le concessioni che occupano manufatti di proprietà dello Stato e per quelle come la darsena dove è previsto che al termine del contratto in essere, tutte le opere vengano incamerate dallo stato. Storicamente il formarsi di questo canone teneva in considerazione, giustamente, una variabile non da poco rappresentata dall'investimento. Poi con una prima legge, assurda, fu stabilito un prezzo unitario fisso, quindi se allo scadere lo Stato incamera un bene che vale 100 milioni o un euro diventa la stessa cosa. La seconda bella pensata normativa, è stata quella di aumentare 10 volte il canone precedente, fregandosene altamente dei contratti in essere. L'altra grande ingiustizia rimane per quelli a cui lo Stato aveva ritenuto di acquisire il manufatto perchè riconosciuto di difficile rimozione. Che la stragrande maggioranza dei fabbricati abbia le medesime caratteristiche, la si vuole fare passare come fastidiosa coincidenza. A Rimini due bar perfettamente uguali: uno paga 400 euro, mentre il gemello sborsa 16.000. Questa è la Città dei Pulcinella. Non si agisce forti di una legge civile od urbanistica uguale per tutti. Valgono i rapporti di forza, pur in presenza di decine di denunce da parte dei penalizzati, che hanno segnalato centinaia di locali che essendo di difficile rimozione andrebbero acquisiti allo Stato. Tutti fanno finta di niente. Naturalmente se arriva un magistrato che contesta la mancata osservanza della legge diventa destabilizzatore del disordine costituito. Bisogna protestare sotto casa. Cari giornalista del Carlino, sindaco (?) di Rimini, consigliere (?) Astolfi e ferroviere di Mangianti, apriamo un dibattito su questo argomento? Oppure uno a scelta vostra, temporale e geografica. L'area della disfida può essere il PalaBertino o meglio il Palas, è sempre libero. Poi ci facciamo una nuotata, io pagherò l'ingresso, voi avete meritato almeno un abbonamento. Non credo esista il pericolo del non..galleggiamento.