martedì 27 maggio 2014

Monologo

La sfida tra i tre grandi parolai si è conclusa con un risultato tanto chiaro quanto inoppugnabile. La differenza, il gap tra Pd e M5S, è la forbice più grande nel panorama politico del dopoguerra. Essere secondi non è drammatico, sono stato abituato per una vita, allora, come oggi, rimanevano però due alternative assolutamente antitetiche, due pari forze organizzate che si combattevano. Il terzo governo dell'inciucio poteva essere penalizzante per Renzi, si è invece trasformato in un desco sul quale gli sono stati serviti milioni di voti moderati e non solo. Un panorama assolutamente nuovo, frutto dei tempi drammatici che stiamo vivendo. Il corpo elettorale del Pd in questi anni si è fortificato ed irrobustito, la composizione risponde alle chiamate elettorali. Gli altri, eccetto il "miracolo" Berlusconi sono troppo soggetti alle maree, ai voleri e poteri padronali. Il MoVimento dipende da Grillo, punto. Una grande forza ed un limite enorme. Il 16 rimediato dal Banana in condizioni di cattività è un fatto incredibile, segnale di un momento irripetibile per il Pd. Il centro destra complessivamente ha tenuto, si è presentato volutamente sparpagliato, in ragione degli accordi inciucianti. Renzi ha fatti il pieno concordato. Questa volta la passeggiata l'ha fatta lui. Il M5Stelle vince quando convince il maggiore numero di persone a recarsi al voto. E' una matematica elettorale semplice. La metà dei votanti ormai rappresenta un grande traguardo ma è uno sbarramento per le volontà rivoluzionarie. Non è corretto, onesto, affermare che quelli che hanno votato Pd sono contenti dell'attuale situazione. E' vero che il MoVimento non ha indotto o costretto milioni e milioni di disperati a votare. Ho avuto conferme da amici che non hanno scelto la strada, questa volta, di una fiducia a 5 Stelle. Era troppo bello, facile incassare voti senza pensare ad un radicamento sul territorio. L'avversario ha mostrato una macchina da guerra potente ed oliata. Nel 2011 sono stati sorpresi e spaventati, hanno reagito male con Monti, malissimo con Letta, poi hanno indovinato il democristiano adatto. E' stato bravo Renzi? Certo, ha fatto una campagna elettorale puntando sulla governabilità e su proposte anche ridicole, sempre meglio del niente o di promesse di un domani migliore come accadeva al comunismo in passato. La differenza con il Pci sono le città e le regioni conquistate che avevano permesso ad una folta classe dirigente di diventare forza di governo. L'unica opposizione ora è in mano al MoVimento? La risposta la dobbiamo preparare meglio, l'ultima non è stata credibile. Rimini ha rappresentato, giustamente, uno dei migliori risultati. Non è difficile scoprire le ragioni. Qualche tentativo anche riuscito di mostrare una alternativa al malgoverno della Città è stato fatto, il resto è merito di..Gnassi.