domenica 18 maggio 2014

Sfratti X Tutti

L'ultima statistica impietosa è di pochi giorni fa, mentre i debiti non sono di Cagnoni ma nostri, così come gli sfratti aumentati in proporzione al disastro che sta investendo la città. Per tanti anni quelle che ho definito le gobbe riminesi, fatte di elusione, evasione e lavoro nero, hanno permesso di alimentare una società che non aveva eguali in Italia. Il denaro circolava con una velocità impressionante, aveva riempito i forzieri locali, ingrossato quelli sammarinesi, dove arrivava di tutto ed alimentato, per i più avvertiti, anche i paradisi fiscali sconosciuti. Insomma ce n'era per tutti. Difficili anche gli accertamenti per un fisco rimasto a concetti primordiali. Il dramma che vivono in tanti, troppi, è che alla recessione si aggiunge una attività d'accertamento che punisce molto più severamente di prima. Alla tragedia economica oggi si aggiunge il dovuto mai versato. Abbiamo il doppio degli sfratti per morosità rispetto alle altre province. Esaurite le gobbe, il nostro cammello sta morendo sulla sabbia di Bolkestein. Rubano perfino le docce, tradotto in dialetto, anche se non lo parla nessuno, sono sempre di più quelli che dopo avere smesso di mangiare devono rinunciare anche ad un tetto sopra la testa. Tranne la marchetta obbligatoria a Cagnoni, sono mesi che nessuno parla di cose importanti, tanto meno le scrivono. La Petitti inventa un Trc di soldi da Roma per le fogne, mentre Hera ha già preparato le bollette che ripagheranno il progetto milionario consegnato senza gara. Il denaro fognante ammonta a 50 milioni per tutta l'Italia, se va bene ci arriverà dalla regione un mezzo milione per la Notte Rosa, l'unica specialità sversata. I partiti sono scomparsi, anche il Pd esiste solo sulla carta a rotoli. Non abbiamo mai avuto il piacere di ascoltare l'opinione di Magrini che dovrebbe almeno fungere da assistente non silenzioso di Melucci. I circoli o parrocchie sul territorio sono spariti, il gruppo consiliare è un miscuglio di presunzione, insipienza e rancore per un passato che non torna. Erano abituati ad essere assistiti, guidati, indirizzati. Sono bastate dieci corsie natatorie, le allodole del nuoto, per rendere pubblica la loro incapacità. Si sono dimostrati schiavi di un debito insostenibile. L'unica soluzione per il Palas è la tentata vendita. A chi non interessa, perfino regalarlo sarebbe un successo. Sul Sindaco abbiamo esaurito aggettivi e congiuntivi, è elegante, lo sarebbe molto di più se togliesse il disturbo, neanche eccessivo... non c'è mai. In ogni caso il ruolo richiederebbe almeno il tentativo di consegnare alcune ricette per la Città. La pugnetta delle feste sindacali è diventata un'offesa per il dramma che stiamo vivendo. Ha sulla testa come il gemello Vitali il peso di una serie di accuse che avrebbero, in altri tempi stroncato dei giganti. Sembra calato un silenzio su pista. Cosa si deve accertare oltre alle tonnellate di prove certe ed inconfutabili? Un vuoto politico e culturale, si finisce per dare la colpa alla meteorologia. Sul Piano economico non si muove un euro, quindi nessun investimento. Quelli iniziati diventano luoghi per zanzare e topi mentre il primo cittadino se la prende con un cartello malmesso, facendo intendere che deve fare tutto lui. Qualche ragione la concediamo quando fa fare a Brasini è un disastro. I riminesi hanno imparato a fare come l'asino che non ragliava dalla debolezza. Il sindaco padrone quando trovò morta la... Città disse: proprio adesso che stavo per fare le fogne nuove?