martedì 13 maggio 2014

Il Cancelliere:l'ultima (?) crociata

Il nostro amico Cancelliere, su nostra richiesta, ci ha inviato un commento sugli ultimi avvenimenti a Est. A suo avviso ormai gli Stati Uniti hanno deciso per la guerra o “crociata”. L’Europa appare più incerta anche perché sa che, di questa guerra, sarà il campo di battaglia. Ma, a suo avviso non ci sono molte illusioni da farsi. Leggiamo cosa ci scrive: Gli avvenimenti degli ultimi giorni in Ucraina fanno pensare che possa essere corretta la tesi circa la “ciclicità della storia”. Negli ultimi 30 del secolo XX l’Europa occidentale seguì con indulgenza le azioni delle camicie brune che stavano prendendo in mano il potere. Inizialmente in Italia poi in Germania. Londra, Parigi e Vienna Praga ecc. erano convinte che avrebbero assolto questo compito incanalando la “giusta ira” dei nazional-socialisti verso Est, verso l’odiata Mosca allora comunista per giunta. I calcoli non si avverarono: Parigi e Vienna furono occupate, Londra dovette subire bombardamenti aerei, le azioni dei nazisti colpirono un po’ tutto il mondo. Decine di milioni di persone persero la vita per impedire l’instaurazione del “nuovo ordinamento mondiale” preparato allora dal nazismo. Anche ai nostri giorni dopo settant’anni l’Occidente – o più esattamente le sue classi dirigenti fondamentalmente oligarchiche e massoniche- è convinto ancora una volta di saper manipolare e “incanalare” il nazismo. Tutto incominciò dal Baltico ancora alla fine degli anni ‘80 quando i seguaci locali dei governi filonazisti del periodo 1941-1945 in poche ore diventarono eroi nazionali, mentre i russi diventarono occupanti e soffocatori delle libertà civili. Va detto che in realtà la piena legalizzazione dei movimenti neonazisti risale agli anni 1992-2000. Si considerava innanzitutto che il recupero delle “tradizioni nazionali”, nazismo compreso, fornisse uno degli strumenti di lotta contro l’influenza russa, ultrasecolare, sul Baltico. Visto che i paesi europei (e in particolare quelli baltici “afflitti” da grosse minoranze russofone cui erano stati tolti cittadinanza e diritti civili) non avevano altri strumenti per poter potenziare la loro posizione, si vedevano costretti a puntare sulle strutture più radicali. E’ iniziato così un gioco molto pericoloso poiché, come dimostrato dalla pratica, essendo trascorso un determinato periodo di tempo risulta estremamente difficile controllare queste forze. Anche perché in paesi miseri, come stanno diventando quelli europei, esse hanno una notevole forza economica. In questo quadro già abbastanza complesso si sono inseriti, già dagli anni ’90, gli USA nel quadro della loro lotta mortale con la Russia. Oggi questa politica ha avuto uno sviluppo clamoroso in Ucraina: la celebrazione delle divisioni SS e l’installazione di monumenti ad esse (e il contemporaneo abbattimento di quelli di epoca sovietica) sono sfociate nel fatto che a Kiev sono saliti al potere rappresentanti del partito “Libertà”, per le città sfilano i militanti del Pravy Sektor inquadrati nella “Guardia Nazionale” armati fino ai denti. Ancora fino a poco tempo fa Bruxelles considerava queste organizzazioni radicali e nazionaliste ed ora ha deciso di non allontanarsi da questo vecchio modo di pensare: “quello che non va bene per la Russia va bene per noi”è lo slogan attuale. L’uccisione di civili, l’operazione punitiva con l’uso delle forze armate contro le città del Sud-Est trovano a Washington e a Bruxelles, la sola risposta: la colpa è della Russia! Per motivi politici per USA e UE è vantaggioso ciò che sta accadendo in Ucraina (Anche perché della rivoluzione di “Maidan” essi sono stati artefici e finanziatori). Quali che siano le azioni, simili a quelle dei nazisti, intraprendano le “guardie nazionali” del Settore di Destra, non è assolutamente il caso di attendere la loro condanna da parte dell’Occidente. I comuni cittadini dell’Europa risultano quasi totalmente disinformati su ciò che realmente sta accadendo in Ucraina. Poiché i mass-media europei stanno sposando completamente e con pochissime eccezioni il quadro, creato negli Stati Uniti e a Kiev, presentandolo in modo tale da far credere che la colpa di tutto sia della Russia. Non solo. C’è speranza che a pagare tutto sarà la Russia. Attualmente l’Occidente non vede nelle azioni delle autorità di Kiev nessuna minaccia globale, le forze armate risultano deboli, lo Stato si sta sgretolando a vista d’occhio. Ma una simile situazione si era creata anche in Germania dopo la Prima Guerra Mondiale. Alcuni anni più tardi il Fuhrer di questo debole paese seppe “unire” l’Europa. Solo dopo l’invasione dell’URSS egli dichiarò che conduceva la guerra non solo in qualità del Cancelliere del Reich e Fuhrer del popolo tedesco, ma marciava su Mosca come “capo dell’Europa unita aggregatasi alla lotta contro i barbari russi “. Egli si paragonò, come sanno bene gli storici, (ad esempio E. Tarle e A. Shirer) a Napoleone. Gli europei hanno bisogno di una simile unione? E della conseguente, inevitabile, marcia su Mosca? Saranno loro stessi a deciderlo. Per ora sembra di sì. Tuttavia quella “guerra contro i barbari” o “crociata” come la si vuol chiamare non ebbe un buon esito per l’Europa. Almeno questo sarebbe opportuno ricordarlo. E questo spiega le esitazioni nonostante le formidabili previsioni del “grande fratello” americano. Il Cancelliere