venerdì 16 maggio 2014

Pezzo di Bravura

Di Cosa Stiamo Dibattendo? Se dovessimo giudicare dal dibattito pubblico che si è svolto in città sui quotidiani, sui social media e ovunque, potremmo affermare con facilità che questa sera stiamo dibattendo della costruzione di una nuova piscina comunale. Ma questo, lo sappiamo in molti, non corrisponde affatto al vero. In realtà, occorre cominciare con il complimentarsi con il Sindaco e la maggioranza: sono stati bravi nel distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal vero oggetto di discussione, con una operazione di distrazione di massa, facendo intendere che si discute di nuoto, mentre invece abbiamo a che fare con tutt'altro. Si discute invece di Pianificazione Urbanistica, di Motore Immobiliare, di mutui Unicredit contratti per il progetto Palas. Si discute di errori in buona o cattiva fede – e questo è tutto da vedere – commessi dal principale manager di assets pubblici locali, il dottor Cagnoni, errori che stanno per causare la perdita della Fiera di Rimini, bene di proprietà di tutti i cittadini. Un eccellente diversivo insomma, per abbindolare i riminesi per l'ennesima volta. Complimenti, dunque. Le Contraddizioni del Sindaco Gnassi Comincio quindi con il parlare di mattone, quello stesso mattone a cui il Sindaco avrebbe dichiarato guerra qualche mese fa. Prima un bel servizio su Repubblica nazionale, poi le bocciature di alcune opere di privati fondate su cavilli, come per esempio quella dei Paesani che hanno chiesto un cambio di destinazione d'uso per un edificio da realizzare indubbiamente all'interno dei confini della città urbana, esattamente innanzi al forno fusorio della SCM. Quella richiesta è stata presa a pretesto dal Sindaco per il diniego della variante, dunque del permesso per costruire. Infine, la mega variante al PRG anti-mattone, sbandierata come salvifica delle sorti della città e della nazione perfino, e che avrebbe elevato il nostro Sindaco a crociato nella Guerra Santa alla speculazione edilizia. Peccato che praticamente tutto il mattone toccato dalla variante non lo volesse più nessuno, peccato che lo stesso esperto Consigliere Pironi l'avesse definita: "Una pagliacciata". Ricordiamo alcune dichiarazioni memorabili del Sindaco in proposito, su La Repubblica Bologna:“Dubbi in maggioranza a causa di intimidazioni”; “Andrò fino in fondo”; “Pronto a tutto, sino alle estreme conseguenze”; "E non voglio neanche rifugiarmi nello speaker corner tanto di moda del riformismo: a Rimini e in Emilia Romagna, sull'urbanistica, non basta più dirsi riformisti, occorre una determinazione più alta e soprattutto più coraggiosa". (...) Signor Sindaco, lei sta per fare votare a favore migliaia di metri quadri di mattone, se ne è accorto oppure si è coricato tardi ed ha delle difficoltà a ragionare in modo lucido? Lei ha tipicamente un atteggiamento da sovrano più che da Sindaco, pare che la Cosa Pubblica sia "roba sua". E come per ogni sovrano, i cortigiani hanno un certo timore nel riportarle la verità. Se ne faccia una ragione, mi assumo l'ingrato onere, glielo dico io come stanno le cose: lei sta facendo la figura del bugiardo, del conta balle. Non solo, ma con questo suo comportamento incoerente e contraddittorio, in sfregio alla doverosa equidistanza rispetto ai cittadini che lei dovrebbe mostrare e possedere, sta anche gettando disonore sulle istituzioni che rappresenta. Capogruppo Agosta, lei sa bene come recita quel detto Cinese: "Siediti sulla riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico"... appunto, come disse lei nel consiglio comunale in cui si trattava la mega variante al PRG presupposta anti-mattone dell'11/04/2013? "Il problema politico Camporesi è che vi brucia perché siamo davanti a voi, di tre spanne, su un tema politico che la vostra presunzione, la vostra arroganza, dava per scontato fosse vostro, giurisdizione del Movimento 5 Stelle, come da programma, come da impostazione politica preliminare, no siete arrivati tardi su questo tema, come siete arrivati tardi su altri temi che stiamo governando direi discretamente sotto il profilo delle infrastrutture di questa città e la cosa non vi piace, da qui acredine, da qui arroganza, ma non vi fa onore." Ecco appunto, Agosta. E' stato sufficiente aspettare, per vedere cadere miserabilmente tutte le frottole che avete raccontato e sbandierato un anno fa. Il Piano Finanziario del Palas Si sta discutendo quindi di una variante al Piano Regolatore Generale per andare in soccorso al Dottor Cagnoni con un piano di speculazione edilizia, più elegantemente definibile come Motore Immobiliare, Dottore reo di avere sbagliato completamente il piano Finanziario del Palas. Ricordiamo infatti le parole del Presidente Cagnoni nel Consiglio Comunale del 2006 in cui è stato deliberato il progetto Palas. Le ho già pronunciate in questa sala consigliare poche settimane fa, alle tre di notte circa, orario adottato per precisa volontà del Partito Democratico. Evidentemente la verità disturba la quiete degli amministratori pubblici. “Le improbabili ricerche di mercato cui faceva riferimento Giudici [che aveva dati che confutavano quelli di Cagnoni, NDR] francamente non erano roba seria da prendere in considerazione. Lo scenario di possibili presenze attorno a 1 milione, 1 milione e 100 mila, è l’unica ipotesi scientificamente elaborata da un istituto di ricerche. Noi quella l’abbiamo profondamente prosciugata: in prima battuta l’abbiamo portata alle 700 – 800 mila presenze, e poi, quando siamo entrati nel merito dell’elaborazione anche del piano finanziario, delle ipotesi di minima su cui costruire anche dei comportamenti assolutamente prudenti di cui poterci fidare, siamo arrivati a definire un’ipotesi di presenze sui 550.000.” Ora, le presenze annue al Palas ammontano a circa 250.000 unità. Praticamente, allo stato attuale, il Palas è fallito. Lo sa bene anche l'Assessore Brasini che, quando ho sollevato obiezioni in Commissione, ha detto sottovoce: "Beh, allora lo facciamo fallire prima". Sarebbe fin troppo facile infierire su di voi, colleghi della maggioranza, e sul Sindaco in particolare. La storia recente dice infatti che mentre noi vi chiedevamo di intervenire su Aeradria, di cacciare il Presidente Masini, non solo erano state firmate lettere di patronage, ma voi deliberavate di buttare altri milioni di euro in una società decotta, favorendo – almeno questa è la tesi dei magistrati – la bancarotta fraudolenta. La Richiesta Dunque a questo punto ribadisco una richiesta a mio modo di vedere sacrosanta. Prima di deliberare questa variante, è assolutamente un obbligo morale, una dovuta forma di rispetto verso i cittadini azionisti, una doverosa ammissione degli errori passati, la convocazione del Presidente Cagnoni perché egli possa illustrare alla cittadinanza da noi tutti rappresentata, attraverso libere elezioni, quale sia il nuovo piano finanziario per il Palas. Lei signor Sindaco ha il potere formale di chiedere le dimissioni del presidente Cagnoni. Dimissioni che, nel mondo reale, non in quello paradossale della politica, le ricordo vengono chieste dalla proprietà ogni qualvolta un manager commette errori gravi. Se lei non si trova nelle condizioni di farlo, perché assieme a Vasco Errani il presidente Cagnoni è uno degli uomini più potenti del Partito Democratico, in grado di influenzare in positivo oppure in negativo la sua futura carriera politica, beh sono affari suoi. Lei deve questo passaggio alla cittadinanza a prescindere dalla sua posizione personale. Ed anche a discapito della sua posizione politica personale. Dopo avere sbagliato clamorosamente su Aeradria peraltro, seppure avendo ascoltato tutte le voci anche in questo consiglio che l'avvisavano dei rischi, lei non può godere più di alcuna fiducia relativamente alle sue capacità di analisi e giudizio di situazioni finanziarie a rischio. Anche lei ha appena fallito miserabilmente nell'assumere decisioni delicate e, verosimilmente, non dispone della necessaria autonomia decisionale. Lasci che sia il Consiglio Comunale a decidere per lei. Le Conseguenze della Variante La variante al PRG infatti, è sotto molti aspetti uno sfregio, una beffa. E' una beffa perché la Fiera, con apposita variante, fu trasferita sulla Via Emilia per realizzare uno dei primi grandi inciuci della storia italiana, andando a valorizzare terreni per la maggior parte di proprietà della Curia, un po' come oggi si fa con i terreni di Ligresti per l'Expò di Milano. Quello dei profitti da cambio di destinazione d'uso dei terreni è stato uno sport sempre molto piacevole da praticare per le amministrazioni. E' una beffa perchè la motivazione principale, la scusa accampata per trasferirla, era la considerazione secondo cui nella vecchia posizione avrebbe causato troppi problemi di traffico, ed oggi si riporta del traffico con nuove opere di urbanizzazione come supermercato, appartamenti, Acquarena, dopo avere piazzato il Palas che, sfortunatamente dal punto di vista delle tasche dei riminesi, non genera poi così tanto traffico. Vi fosse ancora l'istituzione Quartiere, abolita per legge, è facile affermare che si sarebbe opposta veementemente a questa variante. Li infatti nacque uno dei primi comitati riminesi di protesta. Soprattutto però, va constatato che si impone ai cittadini del quartiere un indiscutibile peggioramento della qualità della vita, a fronte di una assoluta incertezza dei risultati in termini di interesse collettivo: ristrutturare il debito del Palas di una ventina di milioni di euro, non garantisce affatto che la società coinvolta possa ripagare il debito complessivo. Se la gestione operativa è in forte perdita, come in effetti è, occorre agire sul piano dei costi industriali e dei ricavi, un ridotto debito darebbe un aiuto trascurabile in tal senso. Questa è una operazione verosimilmente imposta da Unicredit, in attesa di non si capisce bene quali decisioni, decisioni che devono essere illustrate ai cittadini proprietari. La superficie commerciale di 5.000 metri quadrati è l'unica operazione appetibile commercialmente, un palese aiuto fra soggetti di sinistra. Lei Sindaco deve fare venire il Presidente Cagnoni a spiegare il perchè tutto questo ai suoi veri datori di lavoro. I cittadini. Intervento su Variante al PRG Palacongressi - Acquarena. Seconda parte. Quale è il Problema? Abbiamo considerato che la vera ragione per cui si presenta questa delibera non è la necessità della piscina comunale, tuttavia se ne deve necessariamente discutere dal momento che si sta per approvare Acquarena. Sicuramente c'è l'esigenza di realizzare una nuova Piscina Comunale, all'altezza delle necessità e delle aspettative degli abitanti. A tal proposito va subito notato che la precedente pianificazione urbanistica prevedeva che una piscina olimpica, di 50 metri dunque, fosse realizzata esattamente nell'area Garden. Ora invece questa amministrazione cambia opinione. Con una ulteriore variante al Piano Regolatore Generale, aggiunge una piscina a poche centinaia di metri da quella del Garden che, va ricordato, è di proprietà comunale anch'essa. L'Assessore Brasini ha riportato in Commissione le considerazioni di Federnuoto, se non ricordo male. L'ideale sarebbe avere una vasca ogni 30.000 abitanti. Quindi l'Amministrazione Comunale per risolvere il problema così sommariamente descritto, costruisce una piscina a poche centinaia di metri da un'altra di sua proprietà, gestita da una società che ha già manifestato l'intenzione di realizzarne un'altra da 50 metri, quando diverse zone della città vantano agglomerati di 30.000 persone che necessitano anch'esse di impianti natatori. Mi pare di potere affermare che vi siano già forti elementi di contraddittorietà. Solo considerando questi elementi appare già evidente che questa sia una decisione sbagliata. Alcune Altre Considerazioni Andiamo avanti, facciamo qualche altra considerazione. Il progetto Acquarena prevede una spesa a carico del pubblico di 5 milioni di euro, mentre quello del Garden prevede una spesa a carico del privato di 1,5 milioni di euro. E la piscina del Garden rimarrebbe di proprietà comunale. Anche questo fatto rilevante farebbe propendere per la scelta di realizzare una nuova Piscina Comunale altrove. Se ve ne fossero le risorse. Se vi sono risorse per 5 milioni di euro, e considerato che il privato – una volta tanto – è intenzionato a mettere del suo per fornire un servizio di qualità adeguata e ad un costo competitivo con quello del pubblico, perché non utilizzare quelle risorse per investire in impianti sportivi diversi, per esempio per favorire il turismo sportivo e generare così indotto per l'economia della città? Perché non mettere mano alla pista di atletica del Romeo Neri, oppure ai campi da calcio decadenti? Perché, in alternativa, non realizzare l'impianto natatorio altrove analizzando in dettaglio la distribuzione geografica dell'utenza della città, che tiene naturalmente conto della localizzazione di tutti gli impianti, dunque anche di quelli di Riccione e San Marino? Considerazioni Politiche Le prime due società che hanno assunto la gestione del Garden sono fallite, dimostrazione che il piano di sostenibilità economica era quantomeno azzardato. Poi è arrivato un privato, sette anni fa, che finalmente riesce laddove non erano riusciti i suoi predecessori. A fronte di questo primo successo, a dimostrazione del possibile connubio pubblico/privato, l'Amministrazione cosa fa? Gli taglia potenzialmente le gambe (non sappiamo cosa succederà in effetti), mettendosi vicino nel fargli concorrenza con un impianto similare, sovvenzionando una piscina pubblica sia nella costruzione che nella gestione. Illustro meglio quest'ultimo concetto, perché dal mio punto di vista è abominevole. L'Amministrazione comunale in questo contesto si trova nel duplice ruolo di Regolatore e Competitor, di Arbitro e Giocatore. E' in pieno conflitto di interesse insomma, condizione che imporrebbe una attenzione estrema nel processo decisionale. E' comprensibile che il posizionamento della Piscina Comunale nella zona con la maggiore affluenza naturale a causa della densità abitativa sia la soluzione migliore dal punto di vista della sostenibilità finanziaria. Tuttavia, data la delicatezza della propria posizione dominante, l'Amministrazione dovrebbe assolutamente concordare con il privato, non imporre le proprie decisioni. In caso contrario si può facilmente parlare di sopruso. Si tratterebbe di un'azione abominevole anche da un altro punto di vista. Se attualmente il Garden si regge dopo due fallimenti, forse - e dico forse perché ho visto il gestore per la prima volta in vita mia la settimana scorsa – è anche perché è riuscito a sviluppare le competenze necessarie per una gestione efficace degli impianti sportivi, ossia quella qualità che è mancata proprio nel progetto Palas, come evidenziato da un lavoro di ricerca dell'Università di Bologna, sede di Rimini, che ho citato in occasione del Consiglio Tematico sul Palas. E cosa fa l'Amministrazione a fronte di un risultato notevole conseguito? Lo mette in difficoltà piuttosto che agevolarlo. Semplicemente inconcepibile, inaudito. Concorrenza sleale da parte del Regolatore. Quali Sono le Conseguenze della Decisione Assunta dalla Maggioranza? Fra le possibili conseguenze della decisione che state per assumere, signori della maggioranza, vi è ovviamente l'eventualità che la società digestione sia danneggiata per quanto concerne i numeri della forza lavoro, che ammontano a circa cento unità. Allora maliziosamente viene da pensare al ruolo delle società sportive nella vicina Riccione, che hanno determinato l'elezione dei Sindaci di sinistra in passato. Ovvio che una società sportiva di successo ostile potrebbe determinare spiacevoli effetti elettorali. Ma ovviamente essendo tutte persone perbene, sappiamo che questa considerazione è semplicemente maliziosa. Il Centro Storico già soffre della concorrenza dell'Iper Le Befane, posizionato disastrosamente così vicino, le serrande abbassate parlano da sole. Anche rispetto a questa situazione, la parte commerciale della variante non può che avere effetto peggiorativo. Quali Sono le Possibili Soluzioni Noi proponiamo una rivisitazione degli accordi di convenzione, magari abbreviando il periodo di diritto del privato, assolutamente favorendone l'iniziativa per la realizzazione della piscina olimpica. Suggeriamo che l'Assessore Brasini si faccia venire qualche dubbio, visti i risultati del bando sui campi di calcio. Ci tengo a precisare, tutti sbagliamo, come si dice, solo chi non lavora non sbaglia. Però, a volte, uno spazio al dubbio può essere molto positivo. Suggeriamo che se il comune fa degli accordi, commerciali ed urbanistici, con il privato poi li rispetti. Dalla posizione di regolatore del mercato non è accettabile che pratichi concorrenza sleale. In sostanza chiediamo che la decisione, che capiamo sia complessa, venga rivista.
Luigi Camporesi
Capogruppo M5S Rimini