lunedì 12 maggio 2014

La Ripresa di..Fonzie

L'ultima infornata di stime della Commissione europea arriva e lascia dietro un sospetto/certezza. Siamo nella periferia del bel mondo europeo che solo un Presidente rieletto imprudentemente per avallare il terzo governo dell'inciucio continua a vedere. Sulla bontà della sua vista ci sono referti politici inoppugnabili. Ci hanno sempre raccontato e qualche grembiulino, non in sonno, continua ancora a dire che per l'Italia l'area euro è una sorta di bengodi. Ho visto un cesto di carciofi venduti ad un euro ciascuno, con le foglie ancora da gettare. I fatti presentati ieri a Bruxelles inducono a certificare l'errore compiuto. L'Italia è staccata, desolatamente sola. Non è la crisi di fame che ci allontana dal gruppo, ma l'intero sistema che sta crollando. A Rimini presto dovranno concedere un posto alla camorra nelle varie associazioni. La presenza a dispetto di qualche osservatore cieco da sempre, è diventata importante. Non è il segnale del disastro annunciato solo da pochi? Non certo giornalisti di regime. I Paesi che hanno appena vissuto la peggiore recessione della loro storia recente, nel 2014 e 2015 cresceranno quasi il doppio dell'Italia. In certi casi tre volte tanto. Secondo Bruxelles, Spagna e Portogallo lo faranno già quest'anno, mentre il grande vicino iberico ripeterà anche il prossimo più 2,1% contro 1,2% dell'Italia. (fonte Fonzie). L'Irlanda viaggia già a velocità più che doppia e persino il ritmo della ripresa greca l'anno prossimo dovrebbe essere quasi triplo rispetto al nostro, anche se in questo caso può essere lo spasmo della morte. La Commissione europea vede l'Italia in una posizione singolare: viaggia in coda all'intero gruppo dell'area euro sia quest'anno che nel 2015. Un po' più piano procedono solo Cipro, che però si sta riprendendo dallo choc delle sue banche, e la Finlandia che in realtà non ha avuto una recessione così profonda. Nel triennio 2011-2013 i tre governi succedutisi hanno passato manovre per qualcosa come 67 miliardi di euro, riportato (e tenuto) il deficit entro il 3%, eppure il debito non ha mai smesso di salire in proporzione a un'economia contrattasi più che ovunque meno che in Grecia. La via italiana(?) all'uscita dalla crisi ha funzionato? I numeri dicono di no. In calo la produzione industriale: a marzo segna il -0,5% rispetto a febbraio, il dato e' in controtendenza con le attese del grembiulino di Padoan. Segna una flessione marcata il comparto dell'energia (-11,1%) effetto dell'azione dei "nazisti buoni" in Ucraina. Oltre a non farci più arrivare nemmeno i russi a 16 euro. In calo anche il prezzo giornaliero degli alberghi targati Rinaldis. Gli altri, secondo Melucci, non ci sono.