domenica 23 agosto 2015

Il Partito che non cè più Atto Terzo

Ma Orfini fa finta o è proprio così? Magrini sembra Sherlock Holmes al confronto. La domanda da farsi nelle due riunioni annuali che si tengono nelle parrocchie piddine chiamate ironicamente Circoli, è quanti partiti romani ci sono in giro. Arlotti dovrebbe chiedere i rinforzi per indagare nel suo partito. Il casino scoppiato a Roma non è sorto da una autodenuncia di compagni od amici di Renzi ma dovuta alla tenacia di un certo Pignatone che non sembra iscritto ma solo un magistrato. Certo che la differenza di comportamento tra il diniego del funerale a Welby e la lussuosa cerimonia funebre a Casamonica la dovrebbe spiegare al Meeting il mitico Galatino.   Tornando a Rimini, parlando però solo di politica, come ha fatto brillantemente la Sonia Toni, partirei dal segretario provinciale Magrini. E' scontato che non essendoci più il sottostante partito Juri va benissimo. fa quello che vuole MM Parmeggiani ed è già una scelta passabile. Mai un intervento, uno scritto, non penserà mica di essere nel M5S e fare come Della Motta? Scherzo Tommy tu almeno incolli le frasi migliori di Berlinguer. Per questo ti voglio bene. Ma la Sarti non fa nemmeno quello. Il Segretario è solo un titolo, nemmeno onorifico, tanto decide Melucci per la sua corrente e Gnassi per l'altra. Altrettanto scontata è la vacuità degli altri organi politici: segreteria federale, segretario, segreteria comunale, direzioni provinciali e comunali. Di fatto non esistono più. Tutto mascherato dall'esistenza dei circoli, paragonandoli alle famose bocciofile si corre il rischio di fare un complimento. Le "altre" sono tutte associazioni che hanno numeri e partecipazioni, non come i "delinquenti" del Circolo Nautico di Viserba indagati per la 25esima volta. Fossi in Biagini cancellerei la concessione demaniale. Le altre 300: bagnini, chioschisti sono "tutte" perfettamente in regola. Così si amministra a Rimini. Non voglio esaltare la vecchia concezione del Partito ne iscrivermi tra gli adoratori di quella eterea da web. Occorre miscelare attentamente le due forme indispensabili ma mantenere il contatto con i cittadini Cessare l'infinita ipocrisia di credersi rappresentativo solo perchè garante dei garantiti. Siamo alla peggiore democristianeria, correnti personali di capibastone da periferia. Volendola localizzare, come è possibile che a Rimini un sindaco si presenti a nome del Pd, passando da D'Alema, Veltroni a Bersani, poi compone la Giunta(?) con amici o delegati di rematori per le poltrone. Riempie gli uffici di collaboratori come non bastasse la pletora di dirigenti tutti bravissimi da onorare con premi alla ...bravura. Stessa pantomima è avvenuta per ruoli ancora più importanti: dai Vitali alle Marchioni, che non erano da pensionare ma nemmeno da scegliere, anche se avevi un Seminario da sistemare. Anche nel movimento 5 stelle la partenza non è stata delle più incoraggianti. Con il senno di poi il Pd è riuscito a dimostrare che Grillo aveva ragione a cacciarne tanti. Stanno bene con Renzi. Ma la prossima volta? Gli eletti riminesi e forse non solo sanno che per loro la ruota ha girato (una volta) fortunosamente. Si tratta di scegliere in termini partecipati, coinvolgendo i cittadini, aprendo come si dice un pò stupidamente alla società civile, senza guardare l'anzianità di servizio. Fare politica è cosa complessa, i risultati, positivi o negativi sono sempre il frutto di quello che hai saputo costruire preventivamente. Ci vorrebbe poco per mandarli a casa. La domanda che sento più frequentemente è: Gnassi ha fallito ma chi metti dopo? Partiamo dalla risposta e da un programma.