domenica 9 agosto 2015

Meglio resistenti che complici

Il Partito Democratico, nato come ennesima trasformazione anagrafica dei comunisti che si sono mangiati qualche democristiano è arrivato ad essere un insieme di democristiani con qualche ex comunista che si vergogna del suo passato. Le alchimie politiche sarebbero nulla se, comunque, vi fosse una classe dirigente preparata, ma il nuovo corso renziano (o berlusconiano 2.0) è fatto principalmente di tweet e di selfie, sorrisi ed ammiccamenti, perché la nuova classe dirigente non è quella che “sa fare”, ma quella che si sa presentare bene. In questo clima di ottimismo a tutti i costi e di posizionamento degli amici degli amici, gli italiani si stanno sempre di più allontanando dalla politica, come dimostrano le recenti tornate elettorali e le desolanti e fallimentari campagne di tesseramento ai partiti. Renzi si è detto molto preoccupato della disaffezione dei cittadini verso la politica, ma in realtà questo, per lui, è il raggiungimento di un grande obiettivo: meno persone si interessano alla politica, più la politica può fare ciò che vuole nel silenzio generale. Provate a chiedere ad un elettore medio del PD che ancora non è passato nelle fila dell’astensionismo, se sa chi è Azzolini. Provategli a chiedere se sa qualcosa dei tagli alla sanità, da quando saranno operativi e a quanto ammontano. Meno gente si interessa alla politica e più queste cose possono essere fatte senza troppe resistenze. L’opposizione, al netto di Forza Italia nuovamente innamorata, prova a far trapelare un po’ di disgusto verso certi comportamenti e provvedimenti della maggioranza, ma l’unica cassa di risonanza mediatica ormai non schierata col governo sembra essere “Topolino”, mezzo di comunicazione difficile da usare per far passare un messaggio politico forte. Tutto questo non meraviglia, semmai rattrista. La cosa che meraviglia, invece, è la fine della sinistra, o meglio, l’umiliante agonia a cui si è ormai abbandonata. Il crollo delle ideologie forse ha fatto crollare anche valori ed idee, visto che i parlamentari della sinistra del PD, un tempo forte maggioranza nel partito, sono ridotti ora l’ombra di loro stessi, niente più che cagnolini che abbaiano ai piedi della tavola del padrone, in bilico tra l’intenzione di farsi sentire e l’attesa di qualche avanzo magnanimamente gettato a terra da chi banchetta. In pochi hanno fatto il grande passo di andarsene per resistere, ma sinceramente non mi ricordo nemmeno quanti sono, perché più che operazioni politiche sono state prese di posizione personali dettate dallo sfinimento. In una lunga intervista al Corriere della Sera, Bersani, qualche giorno fa, dopo una serie di critiche a Renzi, è arrivato a pietire l’accordo col Segretario. Possibile che un grande politico come Bersani non si sia accorto che lui e la sua corrente a Renzi non servono più? Renzi ha i numeri dentro al partito per fare a meno dell’ala sinistra e, grazie a Verdini e al tira e molla con Berlusconi, ha anche i numeri per governare senza i “gufi” del PD, come li chiama lui. Non mi preoccupa la nascita di un Partito della Nazione, quello che dobbiamo temere sono i provvedimenti di smantellamento dello Stato così come delineato nella nostra Costituzione, per trasformarlo in uno Stato diverso, definito in altre stanze ben nascoste e ben lontane dal concetto di democrazia. Tutto questo sta accadendo senza che nessuno muova un dito, senza che nessuno riesca (o voglia) mettere un freno ad una deriva che non è più unicamente italiana, ma di cui il nostro Paese rappresenta soltanto una pedina per l’assoggettamento di buona parte del globo ad un nuovo ordine mondiale gestito da pochissimi a vantaggio di pochi e di cui il gruppo Bilderberg rappresenta solo uno step. Cari amici della sinistra PD, la battaglia non è facile, forse è già persa in partenza, ma credo che per voi sia più onorevole morire politicamente come resistenti a questo scenario, piuttosto che garantirvi un’altra legislatura essendone complici. 
 E. Canzi