giovedì 13 agosto 2015

Per Rimini: un imperativo categorico

Alla fine ormai della stagione turistica più disgraziata dal 1946, le persone ancora dotate di intelletto (speriamo molte, ma non è detto) dovranno interrogarsi sul che fare nei prossimi 12 mesi. Infatti in questo breve lasso di tempo si decideranno per davvero e non con le slides del “Palazzo della Casta” le sorti della nostra città. Sicuramente non tornerà mai più la capitale europea del turismo. Non lo era già da anni. L’interrogativo è però ugualmente importante: riuscirà economicamente a sopravvivere? Oppure più o meno velocemente si volerà verso il degrado? Chi conosce veramente fatti e numeri sa che il problema del 2015 è stata la perdita totale del turismo russo. Già qualche scricchiolio c’era stato l’anno scorso dopo le prime sanzioni arrivate però ad estate avanzata. Quest’anno invece siamo nel pieno della tempesta. Quindi l’imperativo categorico è recuperare quel 20/25% di turismo moscovita che ci permetteva ancora di galleggiare quasi in condizioni di sicurezza. Tralascerei l’inverno che sta per arrivare dandolo già per perso. Fatta questa premessa occorre sapere se vi è da parte italiana qualche idea sul come recuperare. E’ facile capire la difficoltà: dobbiamo obbedire agli ordini di Bruxelles e Washington. Tuttavia per noi è questione di vera e propria sopravvivenza. E’ brutto dirlo ma non possiamo essere liquidati come “i tanti milioni di danni collaterali” generati dalle guerre della NATO. Tra l’altro “danni collaterali che non sono morti” stanno sbarcando sulle nostre spiagge da anni, cambiando la connotazione etnica del paese. Quindi è lecita una domanda: ammesso che contino qualcosa, a Palazzo Chigi giù a scendere fino a Palazzo Garampi, c’è una mezza idea di come risolvere il problema “2016“? E’ poco probabile che rispondano, ma una non risposta è già in sé una risposta. C’è però qualcosa di peggio... cioè che mandino qualche slide. Allora vuol dire che siamo proprio morti. A settembre tanto vale chiudere i cancelli e buttar via le chiavi. 
Woland
PS Non abbiano "ancora" un Teatro pur avendone già pagati due, in compenso avevamo una Basilica sotto. Un altro affare come il Seminario? Che fortuna ha Gnassi!!!