mercoledì 12 agosto 2015

La Crisi

La crisi turistica, tutta e "sola" riminese, è enorme. Se non ci fosse il caldo eccezionale che dura da più di un mese, si poteva parlare di catastrofe. La cosa però sembra non preoccupare il nostro ex salotto buono. Si raccontano tra loro, con i genuflessi scrivani che raccolgono il verbo, dei grandi successi ottenuti con le manifestazioni dello sballo. Avendo una tiepida dimestichezza con i conti, sempre alla "riminese" e volendo per un momento accodarci al coro potremmo perfino affermare che il numero di "turisti" arrivati a traino del Rosa o Street Parade superi le diecimila presenze, in un impeto di buonismo gnassiano, possiamo "sballare" a ventimila, ormai.. fatti e strafatti vederne centomila. Pensando alle "storiche" dieci milioni di presenze (vere) del nostro turismo, arrivato forse anche a quindici, equivale ad un misero un per cento. Chi vuole negare anche queste semplici valutazioni ci porti fatti oggettivi, come mettere in rete le presenze giornaliere degli alberghi. Sarebbe una operazione semplicissima, tutti sono obbligati a comunicare questi dati in via telematica. Potremmo mettere sulla Palata al posto della Ruota ormai perenne, ma vuota, una Torre come quella di Cagnoni che annunciava i giorni mancanti all'inaugurazione del Palas traballante. Ogni giorno avremmo un "numero" preciso sulle (vere) presenze turistiche. Sarebbe anche un incentivo per non evadere, eludere, nascondere. Specialità nostrane. Comportamenti trasparenti che però non sono nelle "corde" della cabina di regia, composta dai due tenori, Gnassi ed Ermeti ed il soprano Rinaldis. Oltre al calo drammatico nei numeri, non viene mai sottolineato quello ancora più decisivo della spesa pro capite. Solo rispetto a pochi anni addietro, già in pericolosa discesa, abbiamo perso molto più del 50% Riscontrabile anche girando con la bicicletta giornalistica. Parcheggi, ristoranti, bar e soprattutto la guerra dei prezzi. Gli albergatori arrivano ad offrire camere in prima linea a prezzi che qualche anno fa praticava la famosa pensioncina sopra la ferrovia. Se questa è la realtà, ed è realtà, anche il somaro più arrogante capisce che Rimini non necessita di feste o restyling da Fiat anni novanta. Facendo finta di cambiare per mantenere un..Gnassi. La sua grande occasione l'ha avuta. Aveva studiato dalla nascita. E' stato un disastro molto più di quanto ancora non si avverta. Siamo sull'orlo di un baratro, cosa che interessa tutti, tranne i soliti garantiti. Il turismo sarebbe un'industria e la vacanza un prodotto. Con questi "piazzisti" della promozione, grazie all'ultimo vescovo parlante, al prossimo anatema Salvini viaggia verso il 30%.