venerdì 6 maggio 2016

Andiamo indietro

Onestamente a me sembra che andiamo indietro invece di andare avanti, come si dice. In passato c'era un treno giornaliero che collegava Dortmund mi pare (e ovviamente Monaco) a Rimini e terminava ad Ancona. Un Espresso, quindi molto economico, da maggio a settembre che tutti i giorni alle 15 circa portava a Rimini i tedeschi per tutta l'estate. Tutti-i-giorni. Adesso brindano 10.000 persone (IAT, IPT, Unione del prodotto di.., IAM, GNAM..., Direttore co-direttore, Presidente, Vice Presidente, Presidente emerito, CEO, AD...) per due collegamenti con la Germania (Corsini, Gambaccini, Pierini...; Zanetti, Zambianchi, Zamboni...) probabilmente più di quanti tedeschi questi 2 treni/settimana riusciranno a portare. Quindi diciamo pure: a passo di gambero, Rimini perde quote per varie ragioni, una di queste è essere ingabbiati in una Regione che tratta un'area come quella del riminese e della Riviera alla stessa stregua del turismo dell'appennino. Noi siamo UNA PROMESSA NON MANTENUTA. Lo dimostra "Il" grattacielo. Che intendeva presagire uno sviluppo che non c'è stato in quanto dal 1970 siamo stati ingabbiati in una Regione per cui ogni foglia che si muove a Rimini decide Bologna, e spesso decide come si dice "pro domo sua", visto che esempio su Fiere e Congressi è il nostro principale competitor e si appresta a papparsi la nostra fiera, che fu fatta, come l'aeroporto mi pare, guardando a Milano, quando "Bologna" era una città come le altre e non quelli che decidano cosa va e cosa non va bene per Rimini; e l'aeroporto di Rimini non 20 ma quasi 100 anni fa aveva voli per Milano quando il Marconi dovevano ancora inventarlo! Personalmente credo che il nostro turismo oggi se 40 anni fa non fossimo diventati una specie di feudo bolognese - che poi incalza sempre più invece di arretrare "statalizza", verbo passato in disuso - credo che varrebbe il triplo di oggi. E credo che finchè da un punto di vista amministrativo la Riviera sarà trattata come Capracotta invece di riconoscere uno statuto "particolare", un'eccellenza nazionale come si dice oggi spesso a sproposito, almeno come ricettività, tradizione, numeri, o quantomeno non sarà lasciata libera dai lacci regionali che sono - invadenti, opprimenti, onnipresnti, sempre più invasivi -noi non avremo futuro. 
Zobeta