venerdì 6 maggio 2016

Vorrei Capire

Ho letto che ci sono/sarebbero "Comuni" che autorizzano (?) servizi di somministrazione pasti sotto l'ombrellone con vendita di prodotti commerciali in spiaggia. Contesti che reputo del tutto estranei alle normative vigenti. Le leggi sbagliate si annullano, si cambiano o si fanno i cortei al Csm. Non spetta agli amministratori stabilirne (più o meno) la validità. Peggio ancora inaugurare pericolose "discriminanti" in ragione del luogo. Se non ricordo male per cibi e bevande esiste ancora una norma igienico-sanitaria che impone al sito di somministrazione precise e vincolanti caratteristiche, partendo dalla pavimentazione ..lavabile. Qualcun altro potrebbe anche osservare che lo spazio commerciale deve essere obbligatoriamente identificato sia per ragioni di responsabilità oggettiva, sia per questioni erariali: dalla tassa sui rifiuti, alle imposte basate sul dimensionamento aziendale. Per la vendita di determinati prodotti serve la licenza di esercizio che non credo sia in possesso dei bagnini, almeno fino a "prima" del loro ingresso nella Lista "migliore" che ci sia. Tanto meno ai baristi sarà possibile vendere magliette, t-shirt o borse, facendo indebita concorrenza agli unici che sembrano autorizzati da ..sempre. Non sono gadget o innovativo merchandising ma commercio "abusivo". Non mi piace passare per burocrate o spegnere sul nascere sogni da brandina, ma nemmeno essere preso in giro, magari leggendo. Ci sono amministrazioni pronte a "liberalizzare"? Benissimo, gli strumenti ci sono. Basta variare il Piano Spiaggia e riportarlo allo spirito di quello originale, cancellato a Rimini, proprio su ordine di Mussoni. Non ampliate il concetto che da noi sia permesso tutto. E' vero che la Ruota è stata condonata mentre girava, ma non è esempio di cui essere orgogliosi. A proposito la denuncia  è stata archiviata? Il periodo e le ansie degli operatori trincerati dietro Gnassi non depongono a favore di discussioni serie, ma se prima di pubblicare certe notizie ci fosse l'obbligo di verificarne la veridicità, sarebbe un piccolo regalo ai pur scarsi lettori. Magari gli articoli inneggianti al quotidiano miracolo su sabbia, saranno già nell'orbita dell'Ausl e dell'Ufficio delle Entrate. Basta che uno solo dei tanti uffici pubblici coinvolti mandi un segnale di "fumo" che sotto l'ombrellone, al massimo, si rimangia il solito panino.