mercoledì 25 maggio 2016

Autovelox

Purtroppo non possiedo il dono dell’eloquenza ironica che possiedono alcune persone quando scrivono per il pubblico, per cui rischierò forse di essere troppo diretto e perciò chiedo scusa fin da ora. Leggendo circa gli autovelox posizionati ultimamente dalla amministrazione comunale riminese, saltano agli occhi commenti che a volte definirei completamente scollegati dalla realtà. Percorrere in tre o quattro minuti la strada che va da via Settembrini, di fronte all’ospedale, a via Euterpe, di fronte il “Garden”, alle ore 8 del mattino, di un giorno feriale, con le vie Fada, Giuliani e C.A. dalla Chiesa ancora ipertrafficate per i mezzi che trasportano soprattutto gli studenti a scuola, ma anche chi ancora si sta recando al lavoro, a me suggerisce che se non si è mantenuta una velocità oltre il limite consentito, perlomeno la si può ritenere incongrua. Può capitare di oltrepassare i limiti di velocità, non stiamo a fare i santi che qui non ce ne sono, ma se in pochi giorni si prendono 20 multe per lo stesso motivo e sempre nello stesso luogo, io più che lamentarmi su un mass media o su un social network, mi farei un esame di coscienza. Sarà per la mia formazione professionale che mi ha portato per tanti anni a lavorare in un paio di reparti ospedalieri di traumatologia, ma io al posizionamento di questi autovelox sono molto favorevole ed inviterei a posizionarne altri in vie tristemente note per incidenti mortali, o fortunatamente ancora immuni da tali eventi, ma appunto solo per fortuna. Chi sostiene che tali “aggeggi” siano solo strumenti per far cassa, lo inviterei a farsi un giro per qualche ora nel locale pronto soccorso, nei reparti di ortopedia traumatologia e nell’obitorio; SI anche qui, perché le corse o le velocità incongrue allo stato delle strade, quando si concludono con incidenti gravi, questi non sono dei film al termine di cui l’attore con le gambe rotte o amputate, o peggio morto, si rialza pronto per sgambettare in un altro film. Quando un incidente si conclude con esiti gravi o tragici, solitamente non rovina solo una vita, ma quelle anche dei superstiti e di chi ha causato il danno, a meno che questi non sia privo di coscienza. Fosse per me, ai ragazzini di terza media farei vivere l’esperienza di una gita di istruzione a Montecatone, vicino Imola, per vedere come è la vita con lesioni gravi; questa esperienza la farei rivivere tra la terza e quarta superiore, prima di prendere la patente. Concludo con l’invito al sindaco Gnassi o a chiunque lo sostituirà, a prendere in considerazione il posizionamento di analoghe strutture in altri punti pericolosi per la velocità, oltre ad iniziare a far rispettare il divieto di sosta in prossimità di incrocio, come prevede il codice la strada. Cordiali saluti
 Corrado
 PS nelle rotatorie, purtroppo gli incidenti accadono ugualmente, soprattutto perché NOI automobilisti spesso le percorriamo “a pene di segugio”, ma a differenza degli incroci con semaforo, oltre ad avere un traffico più fluido, è molto più difficile “fare il morto”; per cui seppur in qualche caso forse si potevano costruire meglio, ecco perché non ironizzerei tanto sul “fila dritto”.