mercoledì 7 giugno 2017

La Città (Riccione) è a un bivio

Conservare il suolo fertile non è solo una questione di paesaggio (cmq costituzionalmente tutelato) ma anche, come certificano numerosi studi, decisiva per il clima (in qualità di serbatoio di carbonio) e, per quanto sembri strano, anche per la pace (in quanto serbatoio alimentare). Di più: tutelare il suolo è anche il rinnovarsi di un patto di rispetto tra generazioni. Per questo il suolo è un bene comune. Per questo riteniamo insostenibile che, “sotto la spinta di interessi rapaci e piani urbanistici dissennati e frammentati tra migliaia di Comuni, in Italia si consumino 8 mq di suolo fertile al secondo” (Pileri 2015). Per questo le nuove frontiere dell’urbanistica non possono che essere quelle della densificazione nella città costruita. Cosa che molti dicono e pochi fanno ma che noi abbiamo fatto: come nella variante Rue che tutta la maggioranza ha approvato con l’astensione del PD e il voto contrario di Oltre. La nostra politica urbanistica partiva da queste considerazioni: Se è vero che nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa, dobbiamo farlo. Il nuovo piano regolatore a cui stavamo lavorando, sulla scorta della nuova legge regionale e con l’accordo di tutti, partiva proprio da questi assunti. L’architetto Nonni e il suo staff aveva già illustrato le linee generali a Giunta e maggioranza ricevendo un generale plauso. Un lavoro bello e stimolante ci aspettava per dare alla città, dopo anni di politiche fallimentari, un nuovo piano urbanistico all’avanguardia, agile nella normativa ed innovativo negli strumenti, per disegnare la città dell’oggi e del domani. Poi all’improvviso il buio. Senza ragioni apparenti qualcuno pretese di mettere le mani sull’Urbanistica. Incomprensibile. Mai nessuno aveva eccepito nulla nel merito delle scelte che stavamo facendo, mai nessuno, in nessuna sede aveva sollevato il minimo dubbio o problema; ciononostante una bella notte riminese, nella stanza di un notaio, in una combutta orchestrata nell’ombra, con gli antagonisti politici dei nostri progetti, si decise di buttare tutto all’aria. Più attonito che sgomento, mi fa una certa specie ascoltare oggi il candidato del Patto notarile sconfessare tutto il lavoro fatto insieme e prendere strade diametralmente opposte a quelle che il nostro patto di legislatura prevedeva e proporre ricette urbanistiche casualmente simili a quelle di sempre del PD…la città è a un bivio!
Roberto Cesarini