martedì 11 luglio 2017

Siccità: nessuna deroga

Siccità, nessuna deroga, serve pianificare il riuso. A seguito delle dichiarazione di Coldiretti invio questa nota. Tutti gli anni è questa storia da parte degli agricoltori. Si svegliano in estate lamentando la scarsezza di acqua e chiedono di poter prosciugare quella poca che rimane, necessaria per fare sopravvivere l’ambiente ed evitare la desertificazione. Giorgio Ricci e la sua categoria dimostrano di non avere ne a cuore il proprio raccolto ne l’ambiente in cui vivono. Come in passato bagni e albergatori sono stati i primi complici nel coprire e consentire lo scempio del nostro mare in cui si scaricava il frutto dei nostri intestini nascondendo ai turisti i rischi sanitari in cui potevano imbattersi e minando la loro stessa attività economica, oggi gli agricoltori con le loro categorie e con la loro insipienza sono complici di un inutile ed evitabile scempio della nostra risorsa acqua e causa dei loro stessi problemi in compagni degli enti che dovrebbero occuparsi della programmazione quali Arpa, Consorzio di Bonifica, Provincia e Autorità di Bacino. Nonostante la siccità, si permette di vampirizzare le nostre falde con aggravio per le acqua di superficie, rischio della penetrazione del cuneo salino nella falda, subsidenza del territorio e non bastando si chiede di drenare anche le ultime visibili in superficie. La situazione invece è ben diversa. L’acqua abbonda ma non la vedono o sono piegati a interessi diversi e la ignorano. Preferiscono millantare la scarsità di una risorsa invece abbondantissima. Di acqua c’è ne. Oltre 50 milioni di metri cubi anno, con un picco massimo di disponibilità proprio in estate quando invece lamentano la loro disperazione. E’ l’acqua della depurazione che potrebbe facilmente essere immessa nei fossi consortili alla altezza della traversa Marecchia con costi contenuti. Invece di usare gasolio (e chiede alla collettività di pagare la bolletta con agevolazioni e sgravi) per vampirizzare le falde di preziosa acqua potabile si potrebbe usare meno energia per pompare quella immessa nei fossi. Si lamenta che l’Uso è secco. Ma nessuno ha sollevato questione quando l’impianto di fitodepurazione con rilascio nell’Uso delle acque previsto nel 2012 nel comune di Poggio Berni è stato invece sostituto da un tubo che trasferisce la stessa acqua al depuratore di Santa Giustina. Quella acqua nell’Uso oggi avrebbe potuto essere utile per la sopravvivenza del fiume e per i prelievi irrigui. Invece al depuratore di Santa Giustina si trasforma in un problema per l’ambiente e per le acqua di balneazione della nostra costa. Stessa cosa per Coriano, Verucchio e Bellaria. Si è attuata una politica della depurazione che ha come effetto il prosciugamento del nostro territorio. Finché gli agricoltori non capiranno l’importanza della risorsa che è alla base di una ricca e florida agricoltura saranno costretti alla marginalità a cui si condannano. Minima produzione quando invece è massimo l’afflusso turistico ed è massima la disponibilità di acqua. Ricordo che esistono precise disposizioni di legge dal 1988 che tutelano come bene primario il Deflusso Minimo Vitale dei fiumi e che non rispettarlo significa violare la legalità, cosa che avviene sistematicamente da troppi anni e che rimane impunita. Non è pertanto possibili ogni anno rinnovare e invocare una emergenza ben prevista e prevedibile offrendo puntualmente il nostro ambiente e le nostre risorse come agnello sacrificale. La situazione di oggi è frutto di sciagurate politiche disattese fin dagli anni 70 in cui già allora si progettava il riuso delle acque senza mai realizzarlo. Invece con molto poco si potrebbe fare molto davvero. Il dislivello da Santa Giustina alla Traversa Marecchia è di soli 23 metri. Mantenere in attività i depuratori periferici è più economico che dismetterli. Inoltre il riutilizzo delle acque, che se versate in mare in estate sono dannose, potrebbe essere accompagnato da un servizio ambientale da riconosce agli agricoltori.
 Ivan Innocenti