giovedì 26 luglio 2018

Cresce il numero

Dunque se posso dire due parole sul numero crescente di anziani che annegano nel nostro mare (85enne morta ieri), ore di bagno, davanti agli occhi dei bagnini di salvataggio, poi archiviati, recente abitudine a varie voce "malore", "sindrome da sommersione" etc. La parola corretta è, e sarebbe, quella che si è sempre usata. "annegato". Ma a differenza di come l'incipit potrebbe far pensare, non me la prendo con i bagnini di salvataggio. Già detto che oggi a Rimini ad annegare ed in numero molto elevato sono anziani, talora vegliardi di addirittura 85+ che quantomeno fanno quella che anticamente, a torto o ragione, nessun può dirlo, si considerava la morte meno dolorosa e comunque in una località di vacanza sotto uno splendido sole, piuttosto che in ospedale, attaccato a una flebo con un'arcigna badante. E un po' come i porcospini che si ostinano ad attraversare la strada, andando incontro fatalmente al loro exitus, gli anziani, italiani e non, continuano a venire a morire a Rimini, la qual cosa, oltre a un aspetto evidentemente tragico e drammatico, presenta anche risvolti romantici tipo "vorrei morire a Rimini". Mio nonno per esempio, prossimo al lasciare questa valle di lacrime, mi disse "se devo morire vorrei morire a...", e citò la città in cui aveva vissuto i migliori anni della sua vita, o sia la sua gioventù. Pertanto rimanendo su una lettura Romantica di queste drammatiche morti di anziani di cui si legge ormai un giorno sì e uno no, si può pensare che quivi abbiano trascorso le loro giovanili villeggiature e sentendo vicina la fine, a livello inconscio... mah! Comunque: se ieri morivano 15enni nel numero di un paio a stagione nelle giornate di mare mosso e oggi muoiono ottuagenari a ba-di-late, che si immergono fino al torace mettiamo, e viene loro una congestione e il salvataggio li trova solo dopo morti, ebbene noi possiamo dire che quello che andava bene negli anni passati non va più bene ora. Ossia il "Salvataggio" di decenni fa, che vedeva il ragazzino più audace del gruppo in difficoltà fra le onde e lo andava a prendere col moscone, non va più bene rispetto alle modalità di decesso citate sopra, ok? Tra l'altro, fenomeno tutto da studiare, ormai il mare non ha più appeal per i ragazzi come lo aveva in passato, quindi cambiamenti sociali importanti non seguiti da un adeguamento del servizio di salvamento che non necessariamente deve essere più oneroso ma "diverso" perché diversamente oggi si muore, facendo il bagno come età e come modalità. Aggiungo che quando orde di ragazzini passavano ore in acqua mentre oggi ne sono quasi totalmente disinteressati, gli anziani stavano a casa, esclusi... miliardari svizzeri, nessuno o quasi a 70 o 80 anni faceva il bagno al mare. Le persone in età avanzata si recavano in spiaggia spesso vestite e facevano una passeggiata bagnando i piedi, neppure si mettevano in costume e questi in tempi non lontanissimi. Pertanto se in acqua c'è... Villa Arzilla al completo è ovvio che quello che andava bene per salvare il ragazzino che era "andato sotto" non va più bene per salvare" la persona anziana che si sente male e annega in mezzo metro, mare ore 10 calma piatta. Probabilmente con un cambiamento sociale simile, neppure esistono contromisure efficaci a ben pensarci, se non invitare caldamente le persone anziane a non immergersi ovvero a farlo con un accompagnatore, altre idee non mi vengono in mente certamente il servizio di salvataggio è ora modellato su una società molto diversa da quella attuale, ossia giovani fanno il bagno mattina o pomeriggio, mentre ora abbiamo che il bagno lo fanno in pochi, a tutte le ore e vi sono numerosissime persone o anziane o in condizioni di salute e forma molto diversa dai bagnanti dell'Italietta dei magri, giovani e forti. Pertanto non avendo il rimedio, lancio nondimeno questo sassolino perché chi di dovere prenda provvedimenti. Assistiamo ad un'autentica morìa che scusate interessa molto più di quelle della tartaruga spiaggiata o della notizia della tartaruga Fragolina salvata dai flutti curata e rimessa in mare.
 M.A.