domenica 15 luglio 2018

Non c'è una lira

Non c'è una lira, c'era da aspettarselo, hanno speso cento milioni per un teatro che aprirà una volta ogni morte di papa e per spettacoli di serie B dall'ottimo Tony Servillo in giù fino alle recite scolastiche e parrocchiali. Prima si parlava di lirica, hai fatto un teatro lirico ovvio; adesso che deve aprire si parla di "stagione di prosa" del Galli e c'è da restare allibiti, con uno spettacolo interpretato da Servillo, personaggio di talento e che ha tutta il mio apprezzamento dai tempi in cui recitava per il regista Martone (es. "Morte di un matematico napoletano") e non era famoso, ma del quale, mi scuserà non è colpa sua, la tv ci ha fatto due maroni esagerati ai tempi della Grande Bellezza. Servillo che ora verrebbe a Rimini ("verrebbe") a inaugurare un teatro "all'italiana" stile '800 costruito per opere liriche, con uno spettacolo di prosa del suo repertorio e pensano questi signori (Gnassi & co.) che un Nome qual è Servillo del cinema e del teatro secondariamente, possa servire a gettare fumo negli occhi a chi, dopo aver speso l'ira di dio per rifare ex nihilo un inutile teatro ottocentesco, si aspettava un'inaugurazione non diciamo con l'Aida ma almeno con la Tosca!? Servillo poteva tranquillamente recitare la sua pièce teatrale al Novelli non c'è esigenza di un teatro monstre così e infatti gira l'Italia in piccoli moderni teatri, che senso ha inaugurare un sacramento simile con un'opera di prosa che può andare in scena in qualsiasi teatro moderno anche minuscolo non essendoci esigenze particolari di spazio e acustica. Ci-prendono-per-il naso! Ma posso capire il "dopo" appoggiarsi alla prosa ma l'Inaugurazione si era parlato di Opera e così sarebbe stato nell'ordine delle cose dopo a tanto speso: mai parlato di stagione di prosa per il Galli, tra l'altro sempre solo nomi altisonanti Verdi, Puccini.., La Traviata etc. Eppure si sapeva, anche un idiota sapeva che Rimini con la sua modesta stazza non è Milano,  non ha pubblico che possa pagare per grandi opere liriche. E il massimo che arriva per l'inaugurazione (ma non ci scommetterei un centesimo che si farà) un nome della lirica come Cecilia Bartoli che comunque non è dire Anna Netrebko (non sono un esperto, due nozioni note a tutti) e che venga a cantare qua. Io la mano sul fuoco non ce la metto essendo la notizia data sottovoce e secondariamente a quella dell'arrivo di Servillo che come ripeto per la sua pièce non necessita di un simile sacramento come il Galli avendola potuta mettere in scena al Novelli. Pertanto soldi pubblici sprecati, tasche bucate, opera inutile fuori dal tempo, un teatro che sarà sempre chiuso e che farà al massimo una, due grandi rappresentazioni all'anno, per poi finire per me in vacca totale, visti i tempi di magra del Paese; che senso ha: le opere dal vivo costano l'ira di dio, il Teatro è sovvenzionato si a, non si sosterrebbe da sé, qui non arriverà una lira per 4 sepolcri imbiancati che andranno al Galli col fiatone, la gioventù va alla multisala quando si costruivano i teatri per opere dal vivo non c'era scelta, non esisteva né il cinema ,né la tv ,questo sembra banale dirlo ma è fondamentale per chi ci arriva! E' ovvio che un live, di qualsiasi genere non potrà essere mai mutuato da un media, ma costa troppo! Quale scelta più scellerata di pensare di far pagare ai contribuenti la ricostruzione dal nulla di un modesto teatro, fatto nell'800 per motivi di campanile e di business che non ebbe fortuna al suo tempo e immaginate come potrebbe averne ora con tutti i media che ci sono oggi a disposizione. Le infinite possibilità di fruizione e riproduzione di musica e teatro non-live che ci liberano dalla onerosità della rappresentazione dal vivo che si sostiene con le proprie gambe solo se la fai negli stadi, ossia dire i concerti dei musicisti pop da 200mla persone, altrimenti vai in perdita o metti i biglietti a 500 euro, lo stipendio di un precario a chiamata. Questa la Sinistra d'oggi, si sputtana i soldi nei teatri per le élite invece che... rattoppare le strade. Si parlava dell'Aroldo per la prima del gallirestituitofinalmenteiariminesi che inaugurò il Galli al tempo, ora non se ne parla più perché quattrini non ce ne sono: ma dico, nemmeno per accendere le luci che il contatore comincia a girare a 300 all'ora e sono certo che giammai vedremo l'Aida rappresentata in quell'inutile simbolo di spreco e disprezzo per il danaro dei contribueti che l'Amministrazione di Rimini con questo assurdo progetto di rifare un teatro distrutto. Come dire voler ricostruire à la identique... la Domus Aurea sulla base... dei disegni, pura follia, appoggiata da stolti e ambienti interessati.
 (in foto la stagione di un teatro blasonato come La Fenice che pure con tutti i quattrini che gli pioveranno sono certo arranca, ma noi qui non vedremo Aide, non al Galli, ci gioco i maroni!). 
Pepp de vergòn