sabato 7 luglio 2018

Vento in Poppa

La Lega sarebbe il primo partito in Europa messo fuori legge con una sentenza non definitiva per eventuali errori commessi da qualcuno più di dieci anni fa con cui io non c’entro nulla. Vistosi chiudere dall’oggi al domani il già magro forziere leghista, Salvini ha deciso di alzare la posta in gioco interpellando il presidente della Repubblica, in quanto “garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini”. Una mossa intelligente ma con una doppia lama da maneggiare. Per qualsiasi partito una sentenza come quella della Cassazione e la relativa "messa in mora" dell'agibilità politica, avrebbe comportato la chiusura del Nazareno. Avendo una antica conoscenza del Pci, posso affermare che nelle tante indagini a senso unico (due) il grande partito è stato giustamente risparmiato. Era difficile, quasi impossibile giocare ai fini personali, tutto confluiva nella grande rete organizzativa. Mantenere una struttura come quella comportava un dispendio economico che le salsicce (buonissime) di Fraternali al massimo potevano permettere di pagare un tavolo dell'Unità. Le ricostruzioni devono attendere ancora una decina d'anni prima di arrivare alla verità (vera) delle Mani Pulite. L'America voleva fare fuori, riuscendoci come sempre, la Dc e il Psi, sapevano che il Partito Comunista più forte dell'Occidente, sarebbe caduto con il Muro. La loro lungimiranza non arrivò a presagire il Pd di Renzi. La bomba giudiziaria che rotola tra le gambe di Matteo Salvini nel momento di massimo fulgore (sic) oltre a confermare che la giustizia italiana non fa politica, può produrre un risiko niente male. Salvini si appella a Mattarella che in questo clima è come un pesce in un pagliaio. Il Presidente è un fornitore di un terzo dei membri della Cassazione e presiede il Csm. E' anche un emerito professore di diritto costituzionale applicato nel caso di specie alla Lega. Sarebbe l'interlocutore ideale per farci capire come una sentenza del Riesame sia stata "ribaltata", impedendo al maggiore (oggi) partito italiano di svolgere una minima azione di finanziamento. Salvini non ha diritto a possedere alcuna forma di liquidità fintantoché non avrà sborsato 49 milioni di euro sui quali si è appuntato il fiuto dei magistrati inquirenti per una brutta storia di malversazione risalente agli anni della gestione Bossi-Belsito. Sull'uso maldestro dei soldi pubblici si potrebbero scrivere libri che Saviano si guarda bene dal riempire. Francamente il mettere fuori legge un (solo) partito dopo queste elezioni mi sembra una atto giudiziario che non sono in grado di commentare. Dal punto di vista elettorale è un regalo. Un altro. Non a caso nessuno cavalca spietatamente la notizia. Coscienze sporche o certezza di quanto ho affermato? Mettere fuori Bossi dal Parlamento era però una atto comprensibile da tutti, se la colpa fosse stata solo sua  Alle prossime elezioni la conferma. Mattarella cercherà, da buon democristiano, di comporre la vicenda nel modo migliore. Alla Lega di favori elettorali ne stanno facendo tanti. Solo a Rimini l'Erbetta tarda a crescere. C'è ancora la Notte Rosa da spendere.