venerdì 6 luglio 2018

CS Marco Muratori Patta Civico

Presidente, signor Sindaco, gentili consiglieri, prendo la parola per comunicare formalmente all’aula l’avvicendamento dal ruolo di presidente del gruppo consiliare ‘Patto Civico’ dal consigliere Mario Erbetta al sottoscritto. Credo necessario aggiungere una riflessione sul ruolo di Patto Civico in quest’aula. Patto Civico fonda la sua innovativa esperienza su un elemento essenziale: il bene della comunità. A Patto civico non interessa altro che questo. Non abbiamo mai voluto essere un partito ma persone, donne e uomini, di estrazione diversa, che hanno nel cuore e nella mente il presente e il futuro di Rimini. La P sta per Patto, non per Partito, con questo senza nulla togliere ai movimenti politici vecchi e nuovi del nostro Paese e della nostra città. Ci siamo messi insieme, concordando un programma amministrativo di ‘cose da fare’, volendo rappresentare pezzi di comunità- il ceto medio, le professioni, l'impresa, le famiglie- che troppo spesso in Italia sono stati presi in giro e presi in mezzo, schiacciati da opposte ideologie e da visioni datate della società. Patto Civico esprime se stesso nel suo nome, e gli intenti e gli obiettivi sin dall’inizio sono stati semplici: lo sviluppo di Rimini, il miglioramento della qualità urbana e sociale della città, al di là di ogni ideologia o irrigidimento ideologico. La visibilità che ci interessa non é quella delle persone, il narcisismo quotidiano di chi si preoccupa di riempire il profilo di un social network, ma quella dei risultati. Rappresentare con rigore la comunità riminese significa portare a casa risultati, non costruirsi una carriera politica basata sulla vanagloria personale. L'avvicendamento del capogruppo - un ruolo che non può essere interpretato in maniera personalistica ma come espressione di una vera collegialità- non porta Patto civico a cambierà né natura né qualità del proprio lavoro. Stiamo rispettando il programma di mandato concordato: pur nelle mille difficoltà strutturali in cui versano gli 8mila e passa Comuni d’Italia. Abbiamo dato, stiamo dando e daremo, il nostro contributo per il completamento di quella visione di una Rimini nuova e fortemente innovativa, in cui gli imprenditori, il ceto medio, il lavoro autonomo abbia quel protagonismo che merita. Se Rimini oggi è tra i Comuni più dinamici del Paese, se addirittura si è riusciti ad ‘andare oltre’ al programma attraverso la capacità di cogliere obiettivi che non vi erano inseriti, penso ai 18 milioni di euro del bando delle periferie, ai 4.5 milioni di euro per il riacquisto della Novarese, al nuovo museo di arte moderna e contemporanea, Porta Galliana, museo Fellini, lo si deve anche al nostro positivo e propositivo contributo, espresso nelle sedi istituzionali e in maggioranza. La meno narcisistica ma più importante delle grandi opere messe in campo - il Piano di salvaguardia della balneazione e la separazione delle reti fognarie- fotografa lo spirito e il senso autentico di come intende il perseguimento del bene pubblico Patto Civico: il primato dei fatti, degli interventi che migliorano concretamente la qualità della vita dei cittadini e la competitività delle imprese e non un effimero protagonismo da quattro soldi. Spiace che la serietà venga confusa con il servilismo. Rispettare i cittadini e il mandato ricevuto significa lasciare da parte il protagonismo individuale, un'idea vecchia della politica dove l'esaltazione della persona sfocia facilmente - questo sì- in un rapporto di clientela servile e privilegiare il rigore dei contenuti. Basta vivere a Rimini per respirare e toccare con mano i risultati di una legislatura che l'innovazione e la qualità l'ha realizzata nei fatti e la sta realizzando. Ed é anche grazie al contributo di una parte importante della nostra città che ha premiato con il voto Patto Civico che questo é stato possibile. Naturalmente continueremo ad essere attenti, a tenere le antenne diritte sulla società, a essere elementi attivi e pungolo, perché siamo convinti che solo dalla discussione e dal confronto aperto nascano non solo le idee migliori ma soprattutto la concretizzazione più rapida delle stesse. Patto civico c’è e ci sarà, in forza del suo nome e per conto delle persone che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare. Patto civico è questo: non una palestra dove allenare un individualismo che, stringi stringi, non fa il bene della città ma sa troppo di vecchia politica. Questo tenevo a dire, nello stesso momento in cui Patto Civico comunica ufficialmente al consiglio una variazione della sua rappresentanza. Ringraziamo Mario Erbetta per il lavoro che ha svolto su questi banchi. Voglio e devo essere sincero: molte volte ha svolto questo ruolo bene, altre non tenendo in minimo conto della natura originale di Patto Civico, mettendo avanti il suo desiderio di visibilità del tutto individualistico, e dando l’impressione di usare l’originale forza del Patto per un proprio tornaconto, ovviamente politico. Ci auguriamo tutti che il consigliere tenga fede a quanto si è impegnato con gli elettori e dia in quest’aula il proprio contributo al bene di Rimini e non solo a ‘fare la ruota del pavone’ per se stesso. La P sta per Patto e non per Poltrona. Grazie.