domenica 16 febbraio 2014

Il Palas dei Fantasmi

La politica non dovrebbe mai trasformarsi in organo inquirente, tanto meno sorvegliante, a patto che i preposti onorino il loro impegno. Ne giudici ne carabinieri. Dico questo per atterrare sul Palas di Cagnoni prima che ci mettano una vasca chiamata Acquarena, contenente cloro e debiti. La Variante della Disperazione e delle Bugie. E' finita l'era del Magnifico. Per i campioni o presunti tali, esistono sempre due modi di porre fine a carriere bokassiane. Sta scegliendo quella per consunzione, la più brutta ed antipatica. Costringe la folta folla degli antichi plaudenti e scriventi a comando, ad una finta protezione. Ha la fortuna di possedere il più potente che lo protegge, ma i conti sono impietosi anche per Errani. Attorno al fantasma del Palas avverti la sensazione di trovarti in una realtà dismessa come potrebbe essere una fabbrica chiusa o la sede di una grande azienda pignorata. Guardando fisicamente questo mega investimento, tralasciando gli errori del passato, riferiti sia al sito che alle dimensioni od il tipo di costruzione, ti chiedi quale potrebbe essere l'uso migliore, dal momento che quello statutario è debitorio. Personalmente credo che la colpa preliminare risieda nelle mille scatole cinesi, un ginepraio contabile, che il comune saldo negativo rende familiari. Possibile che il Centro Congressi della S.G.R. possa vedere migliaia di presenze, mentre il Palas è sempre chiuso e le poche luci accese sono quelle d'ordinanza? Fatta questa premessa credo non dobbiamo inventare niente, avendo esaurito tutti i bonus della stupidità, ma seguire il percorso di ogni azienda che non sia pubblica: flessibilità, concorrenzialità e ricerca dei vari mercati. Seguiamo Marchionne, se avesse dovuto fare Jaky Elkann, saremmo rimasti alla duna. I più bravi ti offrono un prodotto con il giusto rapporto qualità prezzo, come una volta il nostro turismo, più modelli con mille opzioni e versioni diesel/ benzina/gas, berlina, familiare a due, quattro porte, integrale. Il Palas di Cagnoni è il vecchio Lingotto, il cliente si dovrebbe adeguare ai prodotti offerti, quasi ringraziando. Licenziare Cagnoni significa chiudere l'epoca degli apparati politici, della conduzione divisa tra i soci titolari e la compagnia associativa e sindacale con la gestione dei servizi data a Cielle. Così ha funzionato la Fiera, il meccanismo oliato negli anni d'oro era ripetibile. I debiti lo hanno cancellato. Cosa farne è l'interrogativo urgente, non credo che a Riccione siano messi meglio. Sento sorgere una cantilena quasi insultante: senza il Magnifico saremmo rimasti a fare la Fiera nel Teatro. A dire la verità anche se al Magnifico sembrerà strano, le Fiere sono nate prima di Cagnoni. Comunque anche se fosse vero, oggi avremmo avuto le risorse per farne una al posto giusto, prezzo giusto e dimensioni giuste con ...5 Teatri. Oggi abbiamo solo debiti.