lunedì 10 febbraio 2014

La Catena

La Catena che lega il padrone allo schiavo diventa sempre più corta. Inutile parlare dei due personaggi che in mezzo alla strada aspettano il Sig. Godot, che non verrà mai. L'albero con le foglie che cadono segna il passaggio del tempo e diventa l'occasione per mettere in luce la violenza feroce che si traduce in un narcisismo egoistico alimentato da un eloquio privo di senso. Volendo descrivere con una sola parola l'opera basterebbe dire: Gnassi. Inteso come storia personale, con il mondo circostante che lo premia come inutilità rispetto ai necessari cambiamenti, l'affermazione dei mediocri. Un mondo non solo riminese, ma un luogo dove tutto è più esasperato e quindi facile comprendere quanto sia assurdo. Così come l'autore dell'opera, anche io, per una volta non entro nel merito, nè nelle soluzioni, lasciando ogni cittadino alle proprie riflessioni. Se non provoca disgusto e quindi ribellione, rimane solo da scegliere se essere Didi o Gogo.
 P.S.
Provate a pensare ai personaggi della Fiera del Palas