martedì 18 febbraio 2014

Risottopasso Via Portofino

Ho voluto riesumare un vecchio tema: il sottopasso di via Portofino. Se non ricordo male, quell'opera è costata al comune più di cinque milioni, con quei soldi, Cagnoni poteva pagare due rate del PalaDebiti con gli interessi. Va detto che secondo le antiche mai onorate promesse, il sottovia doveva essere aperto prima della chiusura dell'ultimo passaggio a livello. Un'arteria di accesso al mare, in caso di calamità, l'unica, in gergo, a tutt'altezza, che possa permettere il passaggio di ogni tipo di veicolo previsto dal codice della strada. Per ricordare i contorni della vicenda: nel comparto urbanistico a monte, il prg concedeva un'indice doppio rispetto a quelli vicini. La dicotomia era scusata con l'onere, a carico del privato, della realizzazione del sottopasso, testimoniata nell'ultima riga della normativa tecnica inviata allora al quartiere interessato in sede di osservazioni al PrgChicchi. In parte superato da apposita variante, antica specialità della casa, che metteva questo comparto assieme a tanti altri, così come richiesto dai..privati. Ricordo per i disattenti controllori che la filosofia corretta di una variante dovrebbe essere l'interesse pubblico che può anche coincidere con quello privato, non sottostare. Una operazione urbanistica che ha dato modo di trasferire la capacità del comparto, che ripeto era dello 0,70, doppio rispetto agli altri, con una modalità che avrebbe dovuto almeno alimentare qualche sano sospetto. Chi ha realizzato quest'opera? E' stata pagata dal Comune o dall'Agenzia della Mobilità, lo strano ente nato come controllore ed oggi appaltatore ed esecutore del Trc, l'opera più stupida ed inutile per tutti eccetto le badanti del Pd e del Cuore di Rimini? L'unico procuratore che ha iniziato una sana e doverosa opera di bonifica sembra oberata di impegni, non può essere chiesto tutto a Lei. Non sembra però l'unico Procuratore in servizio. Seguendo le orme delle impronte urbanistiche di Gnassi, ci aspetteremmo oltre a questa "Compartata", la cancellazione delle previsioni riguardanti anche l'area dell'ex lavaggio, inserita (si sa perchè) nel Progetto Murri. Un fallimento epocale, aggravato dalle inosservanze contrattuali sul lungomare e corpi staccati della Colonia più martoriata d'Italia. La Casina era l'immobile più regolare