sabato 12 settembre 2015

Comunicato Congiunto Santarcangelo

Affidamento Servizi idrici: salvaguardato il sistema, ma la volontà dei cittadini? Da marzo del 2012 hera gestisce il servizio idrico e dei rifiuti grazie ad una proroga dei vecchi affidamenti. Più di tre anni in cui cambiamenti normativi e indecisione politica hanno prolungato i tempi della decisione sul nuovo affidamento. Ora si stringono i tempi per il primo grande affidamento di servizi della Provincia di Rimini, quello idrico. Quello più sentito dai cittadini, che in gran numero votarono il referendum allora detto “per l’acqua pubblica”. Ma quel voto è stato in gran parte disatteso, sia a livello nazionale, con norme che hanno aggirato l’esito referendario, sia a livello locale dalla regione in giù, dove nessuno ha mai seriamente pensato di provare ad immaginare una gestione totalmente pubblica dell’acqua. Ci sono voluti dei consigli comunali tematici per chiedere, con affidamento scaduto da tre anni, uno studio di fattibilità sull’ipotesi di costituire una società pubblica che riprenda la gestione del sistema idrico, lasciando a bocca asciutta per una volta le (la) multiutility tanto poco gradite ai cittadini quanto riverite e rispettate dalle amministrazioni, spesso fin troppo accondiscendenti e prive di una reale capacità di controllo nei loro confronti. Finalmente la grande Atersir, l’organismo tecnico preposto al controllo dei servizi, o meglio la sua piccola emanazione locale, ha fornito ai consiglieri comunali questo studio; che non è proprio un piano economico finanziario, ma una attestazione dei due macigni che la nostra politica sbandiera da tempo per affermare l’impossibilità della ripubblicizzazione: la somma che bisognerebbe versare ad Hera per gli investimenti da questa effettuati e non ancora recuperati, e la presunta quota di capitale che i comuni dovrebbero mettere a disposizione per costituire la società; somme di cui nessuno, con le condizioni attuali della finanza pubblica, dispone. Discorso chiuso, amen si va avanti. Nessuno che si adoperi per trovare soluzioni, forme di finanziamento agevolato, provvedimenti regionali, coinvolgimento della cassa depositi e prestiti e così via. I grandi visionari che furono in grado di progettare la costituzione e quotazione di hera, alzano le mani, smarriti ed impotenti di fronte ad uno scoglio così insormontabile da richiedere una caratura che evidentemente, nello scenario attuale nessuno ha. Soprattutto non c’è tempo, perché la regione chiede una decisione sulla modalità di affidamento entro il 30 settembre; quindi i comitati locali di Atersir dovranno riunirsi prima, e così non c'è tempo per inventare qualcosa di innovativo. Perché questo è il modus operandi; presentare ai consiglieri comunali uno studio all’ultimo momento, a Santarcangelo in una commissione il 7 di settembre, senza la presenza dei tecnici che l’hanno redatto, ma solo di Stefano Giannini, Sindaco di Misano e presidente di Atersir, che ripete la stessa filastrocca ogni volta che si presenta, cioè che viviamo nel migliore dei mondi possibili. Quindi non ci sono i tempi per convocare un consiglio prima della riunione decisiva; senza che le forze politiche di maggioranza siano obbligate ad esprimere un voto preliminare in merito. il nostro Sindaco andrà, in fila con gli altri, ad esprimere la sua preferenza per la gara Europea, di cui non abbiamo avuto nessuna anticipazione linea guida o altro, tranne per il fatto che, rispetto ad ogni altro partecipante, Hera parte con un vantaggio di 113 milioni di Euro che lei non deve sborsare, gli altri si. E così fra un ritardo inconsapevole e l’altro colpevole si consuma il rituale della salvaguardia dello status quo; salvo il sistema, salvi gli apparati tecnici, salva hera. Chi non si salva, ancora una volta, è la volontà degli elettori. Per carità, a parte l’arroganza nulla di illegale; ma rimane il sapore amaro di una occasione perduta. E l’amarezza di constatare ancora una volta, come questo “sistema” che così bene si autotutela, stia progressivamente esautorando la possibilità di azione e decisione degli organi elettivi; come consiglieri, ora possiamo solo augurarci che il bando di gara che sarà prodotto non sia troppo sbilanciato a favore del gestore, a partire dalla durata che ci auguriamo il più breve possibile. Noi vediamo annullata in questo modo la volontà di quei cittadini che votarono al referendum del 2011, per evitare che l’acqua fosse gestita da società guidate dalla ricerca del profitto. Ancor più triste che ad avvallare queste scelte di “semi privatizzazione” siano governi locali e regionali espressi da partiti che “al momento del bisogno” sostennero il referendum, e che quando gli fa comodo si definiscono di centro-sinistra e dalla parte dei cittadini. 
Una Mano per Santarcangelo (cons. Andrea Novelli), Movimento 5 Stelle (cons, Sara Andreazzoli; Bruno Beccati) ; Progetto c.i.v.i.c.o (cons. Luigi Berlati) e Forza Italia (cons. Massimiliano Crivellari)