lunedì 28 settembre 2015

Rimini: Critical Mass per l'Acqua Pubblica

Sabato 25 Settembre si è svolta una bella iniziativa del Comitato Acqua Bene Pubblico, una “Critical Mass” in bicicletta: un tentativo bipartisan di aumentare la massa critica e sensibilizzare la popolazione rispetto al pericolo di una definitiva privatizzazione dell’Acqua, a dispetto della volontà referendaria dei Cittadini Italiani. Presenti Andrea Caselli, coordinatore del Comitato Acqua Bene Pubblico e Cesare Schieppati, referente di Reggio Emilia per la lotta contro la privatizzazione dell’Acqua. Diciamo subito che l’iniziativa ha avuto un discreto successo, relativamente alla voglia che ha la gente di farsi sensibilizzare. Altro dato importante è la completa assenza delle istituzioni, seppur in maniera informale, ma ciò è abbastanza ovvio visto che l’interesse è decisamente contrapposto.. o almeno lo è ora. Prima, durante la precedente campagna elettorale, il candidato sindaco, poi risultato vincente, aveva fatto suo il tema e controfirmato l’impegno di una lotta per salvaguardare l’acqua dalla privatizzazione. Promesse elettorali, universalmente riconosciute come balle, ma mai quando si va a votare. Oggi la politica, almeno quella politica a cui i grandi interessi in un modo o nell’altro sponsorizzano le campagne elettorali, non può fare nulla. A Rimini, in particolare, il nodo è doppio perché oltre all’intenzione nazionale di un partito che ha messo l’Italia in svendita, c’è la compromissione determinata dal piano fogne. Forse non tutti sanno che il lavori delle Fogne, sbandierati come conquista dell’attuale amministrazione, sono un pacchetto chiavi in mano Hera, che la società ha costruito su misura per i proprio progetti di espansione e che i circa 330.000 abitanti della Provincia di Rimini pagheranno nelle bollette dell’acqua della prossima decade. C’erano altre soluzioni? Non lo sappiamo perché a priori non ne sono state considerate e comunque con un piano del genere, con gli aumenti in bolletta programmati, chi glielo fa fare al PD di svincolarsi dal patto con il Diavolo? Che la direzione fosse questa lo si è capito fin dall’inizio di questa legislatura quando ai tavoli Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti), dove si decidono le tariffe, l’allora Assessore all’Ambiente Visintin era solo una presenza formale, ma la seduta importante era quella del suo accompagnatore, Sergio Funelli, dipendente Hera in aspettativa e capo gabinetto di Andrea Gnassi. Per la mia sensibilità personale (chiamiamola così) avrei preferito che ieri Visintin fosse rimasta tra gli spettatori, senza esibirsi nell’apologia del suo operato che, per inciso, non è valso in 4 anni nemmeno un concreto studio di fattibilità a supporto di nessuna tesi, ne di privatizzazione, ne di società in House. Ora uno studio c’è, ma la presa di distanze nelle premesse da parte di chi l’ha prodotto la dice lunga sull’affidabilità. Un plauso invece a Maria Teresa Marano e a chi nel comitato sta cercando di allargare il fronte della discussione, nonostante il nemico sia talmente potente da mettere in dubbio quanto determinato in un Referendum popolare. Chi sostiene che la legalità è sempre tale e che non sono ammesse eccezioni, si occupi di questo, invece che farsi venire gli svenimenti se case abbandonate da dieci anni vengono occupate a fini abitativi.
 P.S. “Fino a quando la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.” [Martin Luther King Jr]
dado@cardone Citizen