martedì 22 settembre 2015

Lei non sa chi sono io

A Rimini, ci sono persone che muoiono di freddo e di stenti per la strada. So che è che siamo a settembre e fa ancora caldo, ma ve lo dico prima, per evitare la sorpresa delle sei persone morte questo inverno. Posso chiamarle persone anche se molti sono di colore vero? In mezzo a tutto questo ci sono entità, oltre a quelle istituzionali o istituzionalizzate, che si prodigano per dare una mano, tra questi i Madibers. Qualcuno pensa che non lo debbano fare perché agiscono in modo non convenzionale… come se una situazione non convenzionale potesse essere risolta da un’abitudine. La Storia ci dice invece che il tipo di associazione non istituzionale sorgono sempre in periodi come questi. Nell’epoca moderna mi vengono in mente le SOMS (Società Operaie di Mutuo Soccorso) nate, nella loro forma originaria, per sopperire alle carenze dello Stato Sociale e come reazione al clima poliziesco della Restaurazione. In seguito furono regolamentate dalla legge. In un certo senso è un po’ quello che sta accadendo a Rimini in questi ultimi mesi. Esistono delle esperienze, come quella di Casa Madiba, che svolgono azione di mutuo soccorso con il metodo delle occupazioni abitative. La prima esperienza, la caserma dei Pompieri, quella della formazione di Casa Madiba Network, sta vivendo un iter piuttosto strano. Riassumiamolo brevemente. A Primavera di quest’anno l’azione attiva di Casa Madiba necessita di più spazio. Rimini è prima in Italia per richieste di sfratto, la gente per la strada aumenta, le file alle mense dei poveri si allungano. Il rapporto sulla povertà della Caritas rivela quanto siano aumentati i pasti serviti. L’Amministrazione comunale è sorda a qualsiasi richiesta che non sia da parte di entità allineate. I Madibers occupano l’ex palazzina dell’Enel, in stato di abbandono, covo di tossici e deposito di refurtive, ma proprietà privata. Quella scelta, contro cui molti si scaglieranno in maniera veemente, si può considerare oggi come un bengala sparato nel mezzo di una notte buia. Parliamoci chiaro.. il bengala non è che si sia acceso proprio subito, infatti i Madibers si sono visti sgomberare sia dalla palazzina ex Enel che dalla caserma abbandonata dei pompieri, ma da quel giorno in poi si è cominciato a parlare più seriamente dell’argomento Emergenza Abitativa. Nel frattempo i ragazzi di Casa Madiba hanno dovuto occupare un altro immobile. (Uso il verbo “dovuto” perché nello sgombero di un’occupazione abitativa c’è parecchia gente che finisce per strada e potete star sicuri che non vanno a finire certo a casa dell’Assessore al Welfare.). Il Villino Ricci, anch’esso vergognosamente abbandonato, viene riqualificato per ospitare una popolazione che attualmente ammonta a 17 persone. Poveri, sfrattati, immigrati, dimenticati. L’Amministrazione, in questi mesi, in un maldestro tentativo di recuperare un aspetto di sinistra e pressata da una richiesta di apertura delle minoranze, intavola un’istruttoria per riassegnare lo stabile sgombrato in via Dario Campana a cui partecipano gli stessi Madibers, confermandosi gli unici ad avere interesse e un progetto per l’ex caserma. Questo, a grandi linee, quello che è successo fino ad ora e che più o meno tutti gli interessati conoscono. Ovviamente abbiamo tralasciato un sacco di vicissitudini. Un po’ perché ne abbiamo già parlato, ma soprattutto perché esiste una vicissitudine più grande. Infatti, da quanto riportato nel sito ufficiale di Casa Madiba Network, veniamo a sapere che alcuni attivisti sono stati convocati presso la caserma della Polizia Municipale e li informati che se non abbandonano il Villino Ricci entro il 30 Settembre verrà messo in forse l’iter di aggiudicazione dell’Ex Caserma dei Pompieri. Ora. Il metodo si commenta da solo. Credo classifichi in modo pessimo l’intera catena decisionale che ha portato a pensare che con questa specie di ricatto si possa ottenere un atteggiamento più collaborativo. E’ evidente che quanto determinato da Sonia Pasini, illuminato GIP del Tribunale di Rimini, ha messo così in crisi le certezze degli adoratori del manganello da costringerli alla minaccia nella discrezione dei propri uffici. Ma la vera considerazione è che queste persone si stanno occupando di qualcosa che manca, perché fare loro la guerra invece che cercare la loro collaborazione (Gratuita)? Tutta questa faccenda assomiglia più ad una presa di posizione di qualche dirigente che ad una seria necessità. Forse qualcuno si è preso un Vaffanculo che non ha digerito ed ha deciso di rispondere con un: lei non sa chi sono io. L’unica cosa sicura è che non è con gli sgomberi e le minacce che si risolvono le emergenze abitative. La strada è aumentare i fondi per il Welfare, individuare i luoghi abbandonati da poter riqualificare e dedicare al problema, investire in progetti di volontariato seri (non in pettorine da Selfie per CI.Vi.Vo). Molti Comuni in Italia hanno intrapreso questa strada consci che la portata di questa emergenza e ancora lontana dall’affievolirsi, a Rimini (guarda un po’) siamo ancora lontani da capire il problema.
 P.S. “Badate colonnello, io ho carta bianca” “E ci si pulisca il culo!” [Antonio De Curtis]
@cardone Citizen