lunedì 28 settembre 2015

Didattica ...Demaniale

Quando si parla della spiaggia intesa come concessione demaniale "eterna" per bagnini e chioschisti, vengono usate le stesse "devianze" culturali del Fellini. Diventano, dopo essere state usate da tutti i giornalisti, dei precetti evangelici anche sulla sabbia della politica riminese. Noto però da qualche tempo una maggiore attenzione ed un certo isolamento di una categoria che finora è stata quasi intoccabile. Con gli ambulanti, anche loro soggetti alla Direttiva Bolkestein ci ha pensato il Sindaco, senza tante pugnette e confronti, per ragioni che ormai tutti hanno capito. Come dice l'inimitabile Woland oggi a Rimini è la riva "gauche" che conta. Intesa non certo in senso politico ma in quello più squisitamente..piadinaro. E' la stessa logica che si usa nell'affrontare il fenomeno migratorio. Dietro la facciata meritevole del buonismo e dell'associazionismo si nascondono (?) interessi e truffe miliardarie. L'aspetto più "deviante" nelle discussioni sulla riqualificazione dell'arenile è pensare che il compito sia esclusivamente dell'architetto di turno, arrivando anche a stabilire il colore delle cabine. Per quello i migliori pittori sono gli attuali concessionari, imbiancano la "riqualificazione" annuale più frequente. Dico questo con la certezza di essere stato insieme a pochi altri il protagonista dell'unico piano spiaggia davvero innovativo realizzato nel 2005. Una ragione sufficiente per modificarlo e stravolgerlo, grazie all'opera costante e la potenza persuasiva della casta gestionale. Allora l'Arch. Volta fece solo il tecnico, mentre le scelte funzionali furono impostate e decise dalla politica. Dopo oltre dieci anni, parlare di stabilimento balneare, superando la vecchia divisione tra bagni e bar, è cosa piuttosto usuale. Ma in quegli anni non c'era architetto che lo avesse proposto. Non a caso i tanti piani spiaggia già in gestazione recuperarono a posteriori questa impostazione. Pongo questi temi non per ricevere applausi, mi costarono la delega, assieme a qualche critica diventata presagio avverato. Mi dimisi non come "quello" che la tiene per finta. Voglio solo affermare che la riqualificazione non si fa con quadretti bucolici, rendering o peggio foto cattelanesche. Funzionalita, diversificazione, flessibilità, sinergia e... fattibilità. Lo stabilimento balneare è antica ma valida soluzione per la frammentazione della spiaggia in piccoli bagni e bar a se stanti, senza recuperare spazi per i servizi necessitanti come giochi, verde, demolendo le oscene cinture di cabine che opprimono e vietano la vista del mare. Non definire le modalità di costruzione ma solo gli standard permette di lasciare libertà per la specificità dell'offerta. Lo stabilimento balneare deve avere caratteristiche in sintonia con le vocazioni che sono molto diverse tra loro. I bagni non possono essere "ripetitivi" nella loro monotona composizione dettata da stupida concorrenza. La sinergia con il ricettivo retrostante, offrirà un prodotto unico. Quello che chiede oggi il mercato se vogliamo tentare di riemergere. La fattibilità è la "quasi" certezza che il Piano si ristorerà nel futuro. Non c'era nei Grattacieli di Melucci, lo sapevano anche loro, fino a diventare dei piazzisti in giro per l'Europa. Non c'è e non ci sarà sui ridicoli disegnini dell'assessore Ermeti spacciati come il Lungomare di Gnassi. Un insieme di pub sul mare in offerta. Siamo la Città che "ospita" l'Università del Turismo ed abbiamo perso il senso dell'industria più importante. E' vero che abbiamo smarrito tante cose, dall'aeroporto alla banca, però la decadenza si deve fermare. Se dobbiamo diventare un immenso CIE avendo le più numerose e già pronte strutture, allora anche la spiaggia va bene così. Nel Piano Spiaggia, quello originario, nella Zona Sud dovevamo profittare della larghezza dell'arenile per creare spazi e servizi che le unità ricettive non possono offrire. E' ovvio che essendo in grado di aggiungere anche le aree in fregio e quelle del lungomare, il discorso diventa molto interessante e sempre più...unico. L'attuale, credo per poco, Sindaco ha realizzato tre cose, condonandone una ma in palese contrasto con quello che indicano i disegnini del suo assessore (vero) all'urbanistica creativa. Dal Belvedere sull'Ausa al placet per alienazioni demaniali, all'assurdo progetto di Miramare. Ermeti proponeva nel passato la Spiaggia Cocco Beach, oggi gioca e viene sostenuto con i nostri soldi, a fare lo Strategico. Mentre da oltre quattro anni non sono stati nemmeno in grado di chiudere il Piano Strutturale, l'unico strumento legittimato. Di questo il figlio di Maggioli avrebbe dovuto parlare e non applaudire il..niente.