lunedì 14 settembre 2015

Il Tappabuchi.

Le uniche cose realizzate nel brevissimo bignami informativo di fine (quasi) legislatura riminese sono: striscia soppalcata e rovesciata, spacciata come ciclabile colorata, ruota condonata, ma deserta e cartelli di varie dimensioni con scritte inneggianti il Sindaco, ma con con l'impegno di filare dritto. Il menù delle feste con la carta delle bevande alcoliche è a parte. Siamo arrivati alla fine di questo calvario amministrativo da panem et circenses. Mentre l'economia cittadina va a rotoli e si mette in coda alla sezione fallimentare, il "pubblico" è diventato padrone del Paese e della Città. Chi ha ancora uno stipendio fisso o pensione si inserisce automaticamente nella categoria dei privilegiati. Sono gli elettori stabili del bulletto. Il Pd è il partito che li garantisce. Leggono il Carlino e Repubblica due giornali una volta antitetici, oggi diventati le sirene del renzismo e gnassismo. Tutta questa pugnettina per arrivare ad annunciare l'ennesimo "scandalino" sempre per rimanere nel campo delle poltrone pubbliche. Alberto Rossini è una vecchia conoscenza della politica riminese. E' nato come Confcommerciante. E' stato la mano operativa della ex potente organizzazione sotto la sapiente regia di Tete Venturini. Per ringraziarlo è stato anche nominato assessore alla mobilità della Provincia di Nando Fabbri. Quella che ha raggiunto nella gestione del Fellini il migliore orgasmo partecipativo. Per farla breve, non meritando un lungo peana celebrativo, il Rossini che sembra non abbia mai "voluto" conseguire la patente, forse per avere i titoli necessari, è stato "assunto" come esperto in mobilità. Si riferivano all'infinito movimento di poltrone. Attualmente dopo la "presunta" scomparsa della Provincia ne occupa "una" nel Comune di Misano ancora piddino. Alternerà quell'impiego (comunale) con uno (provinciale) di " Tappabuchi" però neri sulla SS 16. Così il Corriere naturalmente del Pd ha annunciato l'avvenimento, accompagnato (forse, almeno speriamo) da un filino di imbarazzo giornalistico. Se lo mostrano loro che sono allenati, noi possiamo anche fare finta di scandalizzarci.