venerdì 25 settembre 2015

Lacrime di coccodrillo e qualche ricordo inesatto

Siamo al 95% d’accordo con il lettore Buda che ha inviato un bell’articolo sulle quasi ridicole dichiarazioni di politici riminesi di medio e lungo corso sulla tragica morte di Maurizio del Pic-Nic. Poiché però Rimini è arrivata, come tanti suoi abitanti, alla fine della sua lunga Storia (anche se la parola forse è un po’ esagerata e dovremmo chiamarla meglio “lunga cronaca”) occorre fare qualche precisazione. Il Pic-Nic, ormai da almeno un decennio, non era più nemmeno di sbriscio il ristorante della “supercasta”. Per intenderci, quella che adesso vuol farci anche morire per mancanza di medicine e analisi. Lo è stato invece sicuramente negli anni ’80 e ’90. Lì si riuniva la componente “riminese” del PC/DS/PDS/PD, oltre al defunto Partito Socialista, nonché gli esponenti di rilievo della allora DC cioè Comunione e Liberazione/Compagnia delle Opere, più frattaglie miste. Parliamo di riminesi del PC, PD, ecc. ecc. perché il potente clan viserbese (senza distinzioni di partito, in primis l’ormai dimenticato sindaco Massimo Conti) si riuniva naturalmente a Viserba da Todro. Quelli di Rimini Sud non hanno mai contato niente e, se si vedevano con Bertino Astolfi, si vedevano alla Casa del Popolo di via Rosmini. Il Pic-Nic era anche il Ristorante della Fondazione Carim. Lì venivano decise le “strategie” (sic!) del gruppo bancario riminese ma anche questo, al massimo, fino a dieci anni fa. Poi più nulla. E si vede. Nell’ultimo decennio i luoghi di incontro della versione riminese della casta di cui parla il lettore Buda, ora in finte gramaglie per il povero Maurizio si sono trasferiti in altri luoghi, diciamo molto più vicini al mare che non al centro storico, abbandonato al degrado e destinato a diventare una bidonville, mentre i nuovi centri della vita riminese (o di quello che ne resterà) si trasferiranno, diciamo, sulla “rive gauche” e nei vecchi e nuovi Ipermercati. Di questo, quei pochi o molti riminesi che cominciano a capire il percorso della loro ex città, finalmente ne stanno prendendo coscienza, anche se purtroppo, io penso, troppo tardi. Questo solo per amore di precisione di cronaca. 
 Woland