giovedì 17 settembre 2015

Rimini: Mille modi per non fare decollare un Aeroporto

E così, nel mezzo del cammino, la “Finanza Creativa” ha trovato un impiccio. Mentre in molti si chiedevano come facessero quelli di Ambromobiliare (oggi noti come Air Riminum) ad aggiudicarsi il bando per una gestione aeroportuale, non avendo mai trattato la materia, in nessuna delle loro derivazioni societarie, la Giustizia Amministrativa si stava chiedendo… la stessa cosa. Su stimolo del Consorzio Per Lo Sviluppo dell’Aeroporto di Rimini San Marino S.C.R.L., la seconda sezione del Tribunale Amministrativo della Regione Emilia Romagna l’8 aprile scorso stabiliva che: ” […] Emerge dai richiamati contenuti normativi che la previsione, nel bando di gara, di requisiti di capacità tecnica rientra nella regola generale delle procedure ad evidenza pubblica, alla quale, quindi, tutte le stazioni appaltanti devono attenersi. Ciò non significa che tutte le volte in cui il bando di gara non indichi alcun specifico requisito di capacità tecnica, esso sia illegittimo, in quanto vi possono essere casi, da ritenersi eccezionali, in cui il servizio non necessiti di particolare organizzazione e professionalità ( CdS sez V 5.5.1998 n. 627) e dunque in questo stretto ambito l’amministrazione conserva un potere discrezionale . Tuttavia nell’ipotesi in questione la scelta operata dall’amministrazione non rientra in tale specifico campo e dunque non appare logica ed adeguata rispetto allo scopo perseguito e alla delicatezza e alla complessità della gestione di servizi di elevato livello tecnico ed organizzativo, quali devono considerasi quelli di natura aeroportuale[…].” e dunque: “[…] Consegue a quanto detto che la stazione appaltante avrebbe dovuto inserire nel bando i requisiti minimi di capacità ed esperienza per la partecipazione alla gara – es. precedenti gestioni di complessi aeroportuali o di complessi similari – in modo da impedire l’aggiudicazione del servizio in favore di soggetti privi di qualsiasi professionalità nella specifica materia o in materia analoga […]” Per cui: “In conclusione il ricorso deve essere accolto e per l’effetto annullato in parte qua il bando di gara e il consequenziale atto di aggiudicazione.” Questo il riassunto. Se volete l’intero dispositivo della sentenza lo trovate qui: N. 00119_2015 REG.RIC.. Avete letto la data della sentenza? 8 Aprile 2015, depositata l’11 di settembre. I più attenti avranno sicuramente realizzato che tra l’8 di aprile e l’11 di settembre corre l’intera Stagione Turistica Riminese (basterebbe di meno, ma facciamo finta che esistano ancora le stagioni normali). Il ritardo, o se vogliamo chiamarlo tempo tecnico tra la sentenza e la pubblicazione delle motivazioni, per una volta è stato provvidenziale. Non abbiamo i mezzi ne le conoscenze per stabilire se sia voluto o meno, ma tutti noi abbiamo la fantasia per provare ad immaginare le conseguenze di una sentenza del genere a fine aprile. Certo, come fa notare Air Riminum, tramite le striminzite note del Presidente Fincato, c’è un altro grado di giudizio e si chiederà la sospensione della sentenza per andare al Consiglio di Stato, ma come l’avrebbero presa i vettori che quest’estate sono atterrati da noi sapendo che stavano chiudendo contratti con una Società ricusata dal TAR? Poco male, l’abbiamo scampata “alla riminese“, anche se, secondo le statistiche stagionali, l’aeroporto condotto dalla “finanza creativa” ha portato meno pernottamenti dell’aeroporto gestito da Curatore Fallimentare. Forse, date le attitudini, entrambi dovrebbero scambiarsi i ruoli perché Santini è più bravo a gestire e Corbucci più bravo a vendersi. In ogni caso questa sentenza porta in evidenza questioni che sembravano sopite per la gioia, tra gli altri, dell’indagato Gnassi che ai tempi del brindisi d’apertura era pallido ed emaciato, come mai l’avevamo visto. Proprio di oggi la notizia che la Cassazione ha tolto il sequestro cautelare dei beni a lui e agli altri indagati nell’indagine Aeradria. Questo non vuol dire essere fuori dall’indagine, come non vuol dire che non abbia responsabilità politiche a riguardo, ma gli fa tirare un bel sospiro di sollievo. Air Riminum è in grado di gestire l’aeroporto? La sentenza del TAR non è figlia di un aggiudicazione un po’ forzata? Partiamo dalla seconda domanda. Fin dall’inizio questo bando, che oggi ci dicono essere comune ad altre aggiudicazioni, sembrava, a noi ignoranti della materia, un po’ strano… ma solo a noi eh! Il Bando aperto alle RTI (Raggruppamenti temporanei d’impresa) non premetteva che tra le compagini ci fossero società con esperienza nel settore, come rilevato dalla stessa sentenza oggetto di questo post. Perché una selezione a maglie così larghe? Non si sa. Fatto sta che le condizioni esistenti hanno favorito Air Riminum. Non lo diciamo noi ignoranti e Sciacalli (secondo le ultime considerazioni di un onorevole membro di quel CDA), lo dice il punteggio pieno ottenuto senza nemmeno preoccuparsi di usare il bonus della busta C, quella che assegnava un valore a quanto lasciato da Aeradria. In definitiva le condizioni erano ideali per una società, di cui non si conoscevano i soci, costituitasi 4 giorni prima della scadenza dei termini di presentazione del bando, che tra le sue fila contava Laura Fincato, ex sottosegretario, con una vicepresidenza nel CDA di Save SPA (gestore degli aeroporti del Nord Est), già consulente del Ministero dei Trasporti e che, tra le sue amicizie, può annoverare Vito Riggio Presidente Enac. Le cordialità fra i due vengono anche messe nel materiale informativo Air Riminum in sostituzione dei piani industriali. Inoltre, a beneficio di inventario, bisogna ricordare che i motori di questa acquisizione sono gli stessi advisor a cui Stefano Vitali, EX Presidente della Provincia e di conseguenza maggior azionista della fallita Aeradria, aveva affidato la consulenza per il concordato, poi bocciato dal tribunale. Riguardo alla gestione. I numeri di Air Riminum, come detto, non entusiasmano, anzi sembrano più essere relegati al mantenimento dell’operatività. Certo partono da un’aeroporto chiuso in cui si era interrotto qualsiasi tipo di attività. Altra considerazione da fare è che le moderne aziende non sono altro che assembramenti di servizi. Un’azienda che vende traffico telefonico residenziale, per esempio, ha un corpo dirigente che studia un prodotto e si serve a sua volta di agenzie che vendono, altre che istallano, altre ancora che amministrano pagamenti, recupero clienti… etc. etc. Nestlè vende anche pneumatici e Nokia partì come venditore di carta igienica. Air Riminum ha fatto più o meno lo stesso, il problema è che il suo consiglio di Amministrazione, quello che detta la politica aziendale, a parte Laura Fincato, è composto da elementi estremamente eterogenei riguardo alla finalità aeroportuale. Lo stesso raggruppamento di imprese che compongono la proprietà sembra (ad un occhio inesperto come il mio ovviamente) un collage di capitali sociali utile più che altro da usare come garanziaper le fideiussioni assicurative. Il risultato? Ad oggi non si è capito nulla dei piani di questa nuova realtà riminese. Vero è che la società è privata. Vero anche che i piani industriali sono costituiti da dati sensibili che la concorrenza potrebbe usare. Ma Air Riminum sembra abbia più da imparare che da farsi rubare. Il 9 maggio 2015, infiltratomi ad una conferenza all’aeroporto, organizzata per i portatori di interesse (politico), ma in cui comunque era vietato fare domande (sì, per davvero), ho potuto assistere ad una pioggia di slide su quello che i Gestori dell’Aeroporto considerano un piano di sviluppo. Dopo una serie di suggestioni ciclistiche (sì.. sto sempre dicendo sul serio), ci si è addentrati nelle linee strategiche… aggettivo che mi fa sempre un certo che. Secondo i piani illustrati c’era la linea “Aviation” il cui obbiettivo era superare 1 milione di passeggeri (dove l’ho già sentita?) facendo leva su: Mercato Russo (morto), traffico fieristico congressuale (stramorto anche a piedi), rilancio del traffico Cargo (a saperlo fare). La seconda linea riguardava il Progetto Terminal che ambiva a integrare il Fellini con il Masterplan (quando delle slide incontrano altre slide si apre un buco nero? me lo sono sempre chiesto.). Quella che però secondo me ispirava maggior interesse era sicuramente la linea C: NON AVIATION. La linea strategica Non Aviation prospettava lavori al terminal, a partire dal 2016, per renderlo compatibile ad attività come: gaming (gioco d’azzardo), ristoranti, disco bar, eventi musicali e cinematografici. Che dire… Cazzo! Questa dovevate tener segreta, altro che i piani industriali. IMG_20150916_172227Il tutto previa trasformazione in SPA che ancora non mi pare sia avvenuta, nonostante fosse annunciata entro Maggio 2015. Peccato per due motivi. Il primo è che così la società, i suoi debiti e i suoi mirabolanti progetti potevano finire nel mercato azionario, vera zona di competenza di Corbucci e compagnia, togliendo l’aeroporto dal mercato reale e rastrellando fondi con altre tecniche, che non siano quelle di gestire peggio di un curatore fallimentare. E poi ragazzi anche Rimini entrava nel magico mondo delle Società a capocchia con: AirMarketing, AirEnergy, AirLaqualsiasi e chi più ne ha più ne metta. Non lo so. Come detto sono ignorante, ma pare che la miglior controprova di un lavoro trasparente sia fare in modo che i Gufi Ignoranti non abbiano nulla da eccepire. Dare dello sciacallo a chi solleva dubbi legittimi non aiuta. 
 P.S. La difesa d’ufficio di Gnassi, ripresa dalle parole di Vito Riggio, è che ci sono anche altri aeroporti assegnati nella stessa maniera. Il nostro Sindaco, come gli si confà, punta alla nota di classe, in modo che possa sostenere che il casino l’hanno fatto gli altri. Comunque, se il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza TAR, i due hanno dato un bel suggerimento alla Guardia di Finanza….Forlì, Lampedusa e Siena ringraziano.  
@DadoCardone Citizen