martedì 1 novembre 2016

Impatti

Torno su un argomento già trattato, ma di grande attualità; il sovrappasso di Via Roma. L’opera di cui si sono diffusi i rendering è tozza, pesante e ulteriormente imbolsita da una colorazione scura; credo perché realizzato in cor-ten, facilmente utilizzato ed abusato ormai in tutte le salse architettoniche. Inoltre sebbene la zona non abbia particolari peculiarità, il manufatto ha uno smodato impatto se lo si confronta con le mura cittadine o con la leggerezza del parco. Potevano quindi essere utilizzati materiali più leggeri alla vista, più “trasparenti”, con colorazioni più tenui tanto da non renderlo così violentemente presente ma, forse, è proprio questo l’effetto che si voleva; il solo apparire. Un architetto di mia conoscenza, già tanti anni or sono, affermava che ormai non siamo più in grado di inventare nulla perché tutto è stato inventato. E che dobbiamo essere capaci di copiare dal passato, ed elaborarlo nel migliore dei modi. Non mi pare che qui sia avvenuto. Se non disposti a consultare un trattato di architettura, si poteva almeno scopiazzare qualcosa sul web come nel caso delle stazioni della TRC; oppure interpellare qualche personaggio di fama o media fama, come per gli inutili annuali manifesti balneari che nulla apportano al turismo locale. Che dire oltre; sembra che in duemila anni a Rimini non si siano visti miglioramenti. 
S. De Vita