martedì 22 novembre 2016

L'articolo 48 e l'arte del dribbling

Benvenuti nel maelstrom referendario. Siete pregati di lasciare buone maniere e senso civico sull'uscio. Quartino al testosterone e piede a martello; al confronto, Serse Cosmi potrebbe essere il coreografo di Mika. Eppure l'unica modifica che potrebbe toglierci le castagne dal fuoco, resta tutt'oggi immune ad ogni revisione costituzionale. L'articolo 48 della Costituzione recita: "...Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico..." Civico?! E perché non un dovere e basta? La storia del "diritto-dovere" non l'ha mai capita nessuno, dunque senza tanti fronzoli il voto deve essere un dovere ed il mancato adempimento sarà sanzionato con un'ammenda di 100,00 €. Sarebbe la fine di ogni questione sul quorum dei referendum abrogativi e della loro discrasia con i referendum confermativi (senza quorum). Finiti i giochini sull'unificazione o la separazione tra consultazioni referendarie ed elezioni politiche. Nel rispetto dell'utilità marginale della moneta, i meno abbienti saranno motivati ad esercitare il dovere di voto e specularmente, la scontata forte affluenza dei "povery" sarà di deterrenza all'astensione dei ceti più agiati. E poi volete mettere il sollievo di non dover ricevere la telefonata del "cuocitore di salsicce della festa dell'Unità", che ricorda a noi ed a tutti i nostri familiari di dover votare in quella maniera piuttosto che essere apostrofati accozzaglia?
Montalbano
P.S.: Sul termine "accozzaglia" si è scusato anche il Premier Renzi. Magari ricordatelo ad Herr Consigliere regionale Prüccoli.