martedì 29 novembre 2016

Trasporto Pubblico

Mi dicono (esperti) che ogni kilometro di trasporto pubblico a Rimini e Provincia, gestite da Gnassi, costa oltre 4 euro. In altre realtà, dominate (ancora) dal Pd, se la cavano con la metà. E' normale che un dibattito, come per tutte le anomalie riminesi, ultima la Questura del Gabibbo, prossima a festeggiare il 15° anno di esistenza inutile, non verrà mai animato da qualche velina giornalistica. Mi piacerebbe sapere cosa c'è scritto nel decalogo piddino-gnassiano. Quali sono gli argomenti leciti, quelli affrontabili in punta di penna e quelli (maggioranza qualificata) da non scrivere. Quando "devono" pubblicare qualcosa si rifugiano negli esperti del settore che stranamente (?) coincidono sempre con i gestori: spiaggia, rifiuti, trasporto pubblico...gas.  ecc., Le conclusioni sono fantastiche. E' come chiedere al macellaio o l'oste se carne e vino sono buone. Del resto qualsiasi critica risulterebbe difficile da dimostrare. Troppe le variabili truccabili: velocità di percorrenza, razionalizzazione delle reti, cadenza e qualità del servizio. L'unica risposta vera e garante la darebbe il mercato. La stessa che invoco da anni per i rifiuti. Il "pubblico" si occupa dello smaltimento, la raccolta va a bando con tanti singoli appalti per non ricreare monopoli. Una discesa verticale dei prezzi e bollette è certa. Per il TPL significa mettere a gara una o più linee. Il pubblico decide: orari, cadenza, fermate, costo del biglietto e mezzi da impiegare. Per la Linea 11 nonostante la concorrenza "spietata" del Trc-Pd si trova sicuramente un gestore, per andare alla ..Zingarina dieci volte al giorno con un mezzo di dieci metri al costo di un euro e cinquanta è lecito pensare ad un contributo pubblico. Anche nella Cuba emiliano-romagnola si potrebbe pensare al trasporto pubblico che concede libertà al privato di concorrere e promuoverlo. Si arriverebbe a leggere nel telefonino, non il calendario delle feste, ma la posizione dell'autobus, l'ipotizzato tempo di attesa, mezzi più moderni, promozioni aziendali, sconti ecc. Se qualcuno intravede demagogia o come va di moda addirittura del populismo mobile, dovrebbe anche spiegare perchè due/tre kilometri su mezzi antichi debbano costare cinque euro. Mediamente per ogni euro incassato ne arrivano due di pubblico finanziamento. Avete spalancato per ragioni civiche, una porta già "aperta" per il servizio (pubblico) scolastico, difeso perfino dalla Costituzione di Benigni, non si capisce (?) perchè non possa essere percorsa la stessa strada in altri settori. Rimane una "fissa": i lavoratori li paghi a tariffa, compresi gli insegnanti delle scuole. In un colpo solo, grazie alla fantasia e capacità grillina (scherzo) potremmo risanare alcune partecipate ma occupate dal potere piddino di terz'ordine e poca mobilità.