martedì 15 novembre 2016

Vorrei

Vorrei come riconoscimento della mia culla culturale, frutto di un lungo girovagare, ma rimasta nell'originale stampo cartesiano, che la disputa tutta italiana sul referendum possa (almeno) permettere la cacciata di un "usurpatore" assieme alla solenne bocciatura di riforme verdiniane, con la copertina della Boschi. Le prerogative del potere si devono sempre esaurire nello spazio necessario alle esigenze e richieste dei cittadini, non diventare scappatoie o cortine fumogene per nascondere un fallimento epocale. Le discussioni sul referendum le reputo inutili. La motivazione di base è delittuosa costituzionalmente. Sarebbe bastato accogliere l'invito pentastellato per creare una rivoluzione con poche righe parlamentari. Si rincorrono gli effetti per nascondere le cause. In grande, molto, sembra la trasposizione di quello che succede con i fila dritto e le rotonde a Rimini. Alla fine tutte le strade portano a..Aquarena. Il grande scandalo di questo Paese è la rincorsa al consenso, quello basso. L'articolo fondativo della nostra Costituzione, anche letta da Benigni, driver renziano contromano, è il Primo: il Lavoro. Siamo arrivati al governo dei decimali e alla resa dei conti con la padrona dell'Europa. Lo scambio tra una flessibilità pre-fallimentare e l'accoglienza di migliaia di presunti profughi è stata spazzata dagli eventi tragici del terremoto. Hanno capito che per il "buonismo" da cooperativa non tira più aria elettorale. In compenso per gli asili ai privati (?) si trovano i soldi e si onorano i patti della sabbia. Sarebbe bastato fare una festa e qualche pittura stradale in meno. Un governo deve avere una gerarchia dei bisogni, non devi arrivare a riduzioni sanitarie e sociali per mantenere intatta la "tua" casta. Nell'esproprio dei benefit devi partire dall'alto, dai più fortunati come Affronte che salva il Mediterraneo. Il nostro Salvatores ha già vinto il suo Oscar.. europeo. Hanno dimenticato la spending review per allocchi, evasione, elusione, incarichi, corruzione, partecipate, pensioni e retribuzioni scandalose, lobby che impongono e partiti che eseguono. Occorrono centri (unici) per gli appalti, rapporti pubblico-privato con regolari bandi e una pubblica amministrazione che licenzia finalmente qualcuno. Lo potevano dire che il Pci finiva per scegliere tra Renzi e Cuperlo.